Franca Falcucci (1926-2014) fu ministra della Pubblica Istruzione dal 1982 al 1987 (prima donna a ricoprire questo incarico di governo) e la principale promotrice dell’integrazione scolastica dei disabili.
Insegnante di storia e filosofia nei licei, senatrice della Democrazia Cristiana per sei legislature (dal 1968 al 1992), nel 1974 fu incaricata di presiedere una commissione nazionale di indagine sui problemi degli alunni con disabilità. Nel rapporto conclusivo di quella commissione, da lei firmato un anno dopo, si proponeva il superamento di qualsiasi forma di emarginazione dei “portatori di handicap” attraverso un nuovo modo di concepire e attuare la scuola, al fine di accogliere veramente ogni bambino e ogni adolescente e favorire lo sviluppo della sua personalità, con la precisazione che la frequenza di scuole comuni da parte di alunni disabili non avrebbe dovuto implicare necessariamente il raggiungimento di mete minime comuni.
Il “Documento Falcucci” fu la base per l’approvazione delle Legge Malfatti n. 517 del 1977 che aboliva le classi “differenziali” e “di aggiornamento” nella scuola dell’obbligo e disponeva l’inserimento dei bambini e ragazzi disabili o “disadattati” in classi normali composte da non più di 20 iscritti, con il supporto di insegnanti specializzati, di un servizio socio-psico-
A Franca Falcucci, come ministro della Pubblica Istruzione, si deve tra l’altro la riforma (dopo 30 anni) dei programmi della scuola elementare varata nel 1985, l’avvio nello stesso anno del Piano nazionale per l’informatica nella scuola, la firma nel 1986 dell’Intesa con la Conferenza Episcopale Italiana sull’insegnamento non più obbligatorio della religione cattolica.
Convinta europeista, si è sempre impegnata sui temi della pace.
Prima di entrare al Governo, Falcucci si era distinta, come leader europeo del Movimento Femminile della DC per la sua partecipazione appassionata a battaglie politiche, per il pieno riconoscimento dei diritti e della pari dignità della donna e aveva dato un importante contributo all' approvazione della riforma del diritto di famiglia del 1975.
Nella sua attività di ministra fu sempre disponibile all'ascolto di proposte e suggerimenti che le venivano da ogni parte, anche se nei tempi in cui operò c'erano molte contestazioni e non fu sempre semplice.
Una delle tante figure di donne (ma anche di uomini) che hanno dato molto all'italia ma che sono state dimenticate. È la damnatio memoriae che sta uccidendo il nostro paese.
RispondiEliminaSi infatti diffondere la cultura è troppo importante. La Democrazia Cristiana ha risollevato l'Italia dopo la guerra e ha consentito la crescita del Paese e anni di benessere. Gli attuali politici sono stati capaci solo di distruggere ciò che di buono era stato fatto, generando una cultura di scarto e di esclusione
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