domenica 27 settembre 2020

Aborto, la più grande minaccia per la pace

 Discorso della Beata Madre Teresa di Calcutta al Premio Nobel per la Pace

Poiché ci troviamo qui riuniti insieme, penso che sarebbe bello ringraziare Dio per il premio Nobel per la pace e che pregassimo con una preghiera di S. Francesco d’Assisi che mi sorprende sempre molto – noi diciamo questa preghiera ogni giorno dopo la Santa Comunione, perché è molto adatta a ciascuno di noi, e penso sempre che quattro-cinquecento anni fa, quando S. Francesco d’Assisi compose questa preghiera, dovevano avere le stesse difficoltà che abbiamo oggi, visto che compose una preghiera così adatta anche per noi.
Penso che alcuni di voi ce l’abbiano già, dunque pregheremo insieme. Ringraziamo Dio per l’opportunità che abbiamo tutti insieme oggi, per questo dono di pace che ci ricorda che siamo stati creati per vivere quella pace, e Gesù si fece uomo per portare questa buona notizia ai poveri. Egli, essendo Dio, è diventato uomo in tutto eccetto che nel peccato, e ha proclamato molto chiaramente di essere venuto per portare questa buona notizia. La notizia era pace a tutti gli uomini di buona volontà e questo è qualcosa che tutti vogliamo – la pace del cuore – e Dio ha amato il mondo tanto da dare suo Figlio – è stato un dono – è come dire che a Dio ha fatto male dare, perché ha amato tanto il mondo da dare suo Figlio, e lo dette alla Vergine Maria, e lei allora che cosa fece? Appena arrivò nella sua vita fu subito ansiosa di darne la buona notizia e appena entrò nella casa di sua cugina, il bambino – il bambino non ancora nato – il bambino nel grembo di Elisabetta, sussultò di gioia. Era un piccolo bambino non ancora nato, fu il primo messaggero di pace.
Riconobbe il Principe della Pace, riconobbe che Cristo era venuto a portare una buona notizia per me e per te. E se non fosse abbastanza – se non fosse abbastanza diventare uomo – egli morì sulla croce per mostrare quell’amore più grande, e morì per voi e per me e per quel lebbroso e per quell’uomo che muore di fame e per quella persona nuda nelle strade non solo di Calcutta ma dell’Africa, e New York, e Londra, e Oslo – e insistette che ci amassimo gli uni gli altri come lui ci ha amato. Lo abbiamo letto molto chiaramente nel Vangelo – amatevi come io vi ho amato – come io vi amo – come il Padre ha amato me così io amo voi – e tanto più forte il Padre lo ha amato, tanto da donarcelo, e quanto ci amiamo noi, noi pure dobbiamo donarci gli uni agli altri finché non fa male. Non è abbastanza per noi dire: - amo Dio, ma non amo il mio prossimo -. San Giovanni dice che sei un bugiardo se dici di amare Dio e non il prossimo. Come puoi amare Dio che non vedi se non ami il prossimo che vedi, che tocchi, con cui vivi? Così è molto importante per noi capire che l’amore, per essere vero, deve fare male.
Ha fatto male a Gesù amarci, gli ha fatto male. E per essere sicuro che ricordassimo il suo grande amore si fece pane della vita per soddisfare la nostra fame del suo amore. La nostra fame di Dio, perché siamo stati creati per questo amore. Siamo stati creati a sua immagine. Siamo stati creati per amare ed essere amati, ed egli si è fatto uomo per permettere a noi di amare come lui ci ha amato. Egli è l’affamato – il nudo – il senza casa – l’ammalato – il carcerato – l’uomo solo – l’uomo rifiutato – e dice: l’avete fatto a me. Affamato del nostro amore, e questa è la fame dei nostri poveri. Questa è la fame che voi e io dobbiamo trovare, potrebbe stare nella nostra stessa casa. Non dimentico mai l’opportunità che ebbi di visitare una casa dove tenevano tutti questi anziani genitori di figli e figlie che li avevano semplicemente messi in un istituto e forse dimenticati.
Sono andata là, ho visto che in quella casa avevano tutto, cose bellissime, ma tutti guardavano verso la porta. E non ne ho visto uno con il sorriso in faccia. Mi sono rivolta alla Sorella e le ho domandato: come mai? Com’è che persone che hanno tutto qui, perché guardano tutti verso la porta, perché non sorridono? Sono così abituata a vedere il sorriso nella nostra gente, anche i morenti sorridono, e lei disse: questo accade quasi tutti i giorni, aspettano, sperano che un figlio o una figlia venga a trovarli. Sono feriti perché sono dimenticati – e vedete, è qui che viene l’amore. Come la povertà arriva proprio a casa nostra, dove trascuriamo di amarci.

Forse nella nostra famiglia abbiamo qualcuno che si sente solo, che si sente malato, che è preoccupato, e questi sono giorni difficili per tutti. Ci siamo, ci siamo per accoglierli, c’è la madre ad accogliere il figlio? Sono stata sorpresa di vedere in Occidente tanti ragazzi e ragazze darsi alle droghe, e ho cercato di capire perché – perché succede questo, e la risposta è: perché non hanno nessuno nella loro famiglia che li accolga. Padre e madre sono così occupati da non averne il tempo. I genitori giovani sono in qualche ufficio e il figlio va in strada e rimane coinvolto in qualcosa. Stiamo parlando di pace. Queste sono cose che distruggono la pace, ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta – un’uccisione diretta – un omicidio commesso dalla madre stessa.
E leggiamo nelle Scritture, perché Dio lo dice molto chiaramente: anche se una madre dimenticasse il suo bambino – io non ti dimenticherò – ti ho inciso sul palmo della mano. Siamo incisi nel palmo della Sua mano, così vicini a lui che un bambino non nato è stato inciso nel palmo della mano di Dio. E quello che mi colpisce di più è l’inizio di questa frase, che persino se una madre potesse dimenticare, qualcosa di impossibile – ma perfino se si potesse dimenticare – io non ti dimenticherò. E oggi il più grande mezzo – il più grande distruttore della pace è l’aborto. E noi che stiamo qui – i nostri genitori ci hanno voluto. Non saremmo qui se i nostri genitori non lo avessero fatto. I nostri bambini li vogliamo, li amiamo, ma che cosa ne è di milioni di loro? Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla.
Per questo faccio appello in India, faccio appello ovunque. Restituiteci i bambini, quest’anno è l’anno dei bambini. Che abbiamo fatto per i bambini? All’inizio dell’anno ho detto, ovunque abbia parlato ho detto: quest’anno facciamo che ogni singolo bambino, nato o non nato, sia desiderato. E oggi è la fine dell’anno, abbiamo reso ogni bambino desiderato? Vi dirò qualcosa di impressionante. Stiamo combattendo l’aborto con le adozioni, abbiamo salvato migliaia di vite, abbiamo inviato messaggi a tutte le cliniche, gli ospedali, le stazioni di polizia – per favore non distruggete i bambini, li prenderemo noi. Così ad ogni ora del giorno e della notte c’è sempre qualcuno, abbiamo parecchie ragazze madri – dite loro di venire, noi ci prenderemo cura di voi, prenderemo il vostro bambino, e troveremo una casa per il bambino. E abbiamo un’enorme domanda da parte di famiglie senza bambini, per noi questa è una grazia di Dio. Stiamo anche facendo un’altra cosa molto bella – stiamo insegnando ai nostri mendicanti, ai nostri lebbrosi, agli abitanti degli slum, alla nostra gente sulla strada, i metodi naturali di pianificazione familiare.
E solo in Calcutta in sei anni – nella sola Calcutta – abbiamo avuto 61.273 bambini in meno da famiglie che li avrebbero avuti, ma perché praticano questo metodo naturale di astinenza, di auto-controllo, con amore reciproco. Insegniamo loro il metodo della temperatura che è molto bello, molto semplice, e la nostra povera gente capisce. E sapete che cosa mi hanno detto? La nostra famiglia è sana, la nostra famiglia è unita, e possiamo avere un bambino ogni volta che vogliamo. Se è così chiaro per quelle persone nelle strade, per quei mendicanti, se la nostra gente può farlo, tanto più potete voi e tutti coloro che conoscono i metodi per non distruggere la vita che Dio ha creato in noi. I poveri sono grandi persone. Possono insegnarci molte cose belle. L’altro giorno uno di loro è venuto a ringraziare e ha detto: voi che avete fatto voto di castità siete le persone migliori per insegnarci la pianificazione familiare.
Perché non è altro che auto-controllo per amore reciproco. E penso che abbiano detto una frase molto bella. E queste sono persone che magari non hanno niente da mangiare, magari non hanno dove vivere, ma sono grandi persone. I poveri sono persone meravigliose. Una sera siamo uscite e abbiamo raccolto quattro persone per la strada. Una di loro era in condizioni terribili – e ho detto alle Sorelle: prendetevi cura degli altri tre, io mi occupo di questa che sembrava stare peggio. Ho fatto per lei tutto quello che il mio amore poteva fare. L’ho messa a letto, e c’era un tale meraviglioso sorriso sulla sua faccia. Ha preso la mia mano e ha detto solo una parola: grazie, ed è morta. Non ho potuto non esaminare la mia coscienza di fronte a lei, e mi sono chiesta cosa avrei detto al suo posto. E la mia risposta è stata molto semplice. Avrei provato ad attirare un po’ di attenzione su di me, avrei detto che ho fame, che sto morendo, che ho freddo, dolore, o altro, ma lei mi ha dato molto di più – mi ha dato il suo amore riconoscente. Ed è morta con il sorriso sul volto.
Come quell’uomo che abbiamo raccolto dal canale, mezzo mangiato dai vermi, e l’abbiamo portato a casa: «Ho vissuto come un animale per strada, ma sto per morire come un angelo, amato e curato». Ed è stato così meraviglioso vedere la grandezza di quell’uomo che poteva parlare così, poteva morire senza accusare nessuno, senza maledire nessuno, senza fare paragoni. Come un angelo – questa è la grandezza della nostra gente. Ed è per questo che noi crediamo che Gesù disse: ero affamato – ero nudo – ero senza casa – ero rifiutato, non amato, non curato – e l’avete fatto a me. Credo che noi non siamo veri operatori sociali. Forse svolgiamo un lavoro sociale agli occhi della gente, ma in realtà siamo contemplative nel cuore del mondo. Perché tocchiamo il Corpo di Cristo ventiquattro ore al giorno. Abbiamo ventiquattro ore di questa presenza, e così voi e io. Anche voi provate a portare questa presenza di Dio nella vostra famiglia, perché la famiglia che prega insieme sta insieme. E io penso che noi nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e armi, di distruggere per portare pace – semplicemente stiamo insieme, amiamoci reciprocamente, portiamo quella pace, quella gioia, quella forza della presenza di ciascuno in casa. E potremo superare tutto il male che c’è nel mondo. C’è tanta sofferenza, tanto odio, tanta miseria, e noi con la nostra preghiera, con il nostro sacrificio iniziamo da casa.
L’amore comincia a casa, e non è quanto facciamo, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Sta a Dio Onnipotente – quanto facciamo non ha importanza, perché Lui è infinito, ma quanto amore mettiamo in quello che facciamo. Quanto facciamo a Lui nella persona che stiamo servendo. Qualche tempo fa a Calcutta avemmo grande difficoltà ad ottenere dello zucchero, e non so come i bambini lo seppero, e un bambino di quattro anni, un bambino Hindu, andò a casa e disse ai suoi genitori: non mangerò zucchero per tre giorni, darò il mio zucchero a Madre Teresa per i suoi bambini. Dopo tre giorni suo padre e sua madre lo portarono alla nostra casa. Non li avevo mai incontrati prima, e questo piccolo riusciva a malapena pronunciare il mio nome, me sapeva esattamente che cosa era venuto a fare. Sapeva che voleva condividere il suo amore. E questo è perché ho ricevuto tanto amore da voi tutti. Dal momento che sono arrivata qui sono stata semplicemente circondata da amore, da vero amore comprensivo. Si percepiva come se ciascuno in India, ciascuno in Africa fosse qualcuno molto speciale per voi. E mi sono sentita proprio a casa dicevo alla Sorella oggi. Mi sento in Convento con le Sorelle come se fossi a Calcutta con le mie Sorelle. Così completamente a casa qui, proprio qui.
E così sono qui a parlarvi – voglio che voi troviate il povero qui, innanzitutto proprio a casa vostra. E cominciate ad amare qui. Siate questa buona notizia per la vostra gente. E informatevi sul vostro vicino di casa – sapete chi sono? Ho avuto un’esperienza veramente straordinaria con una famiglia Hindu che aveva otto bambini. Un signore venne alla nostra casa e disse: Madre Teresa, c’è una famiglia con otto bambini, non mangiano da tanto tempo – faccia qualcosa. Così ho preso del riso e sono andata immediatamente. E ho visto i bambini – i loro occhi luccicanti per la fame – non so se abbiate mai visto la fame. Ma io l’ho vista molto spesso. E lei prese il riso, lo divise, e uscì. Quando fu tornata le chiesi – dove sei andata, che hai fatto? Lei mi dette una risposta molto semplice: anche loro hanno fame. Quel che mi colpì di più fu che lei sapeva – e chi sono loro, una famiglia musulmana – lei lo sapeva. Non portai più del riso quella sera perché volevo che godessero la gioia della condivisione. Ma c’erano quei bambini, che irradiavano gioia, condividendo la gioia con la loro madre perché lei aveva amore da dare. E vedete è qui che comincia l’amore – a casa. E voglio che voi – e sono molto grata per quello che ho ricevuto.
È stata un’esperienza enorme e torno in India – tornerò la prossima settimana, il 15 spero – e potrò portare il vostro amore. E so bene che non avete dato del vostro superfluo, ma avete dato fino a farvi male. Oggi i piccoli bambini hanno – ero così sorpresa – c’è così tanta gioia per i bambini che hanno fame. Che i bambini come loro avranno bisogno di amore e cura e tenerezza, come ne hanno tanto dai loro genitori. Così ringraziamo Dio che abbiamo avuto questa opportunità di conoscerci, e questa conoscenza reciproca ci ha portati così vicini. E potremo aiutare non solo i bambini indiani e africani ma potremo aiutare i bambini del mondo intero, perché come sapete le nostre Sorelle stanno in tutto il mondo.

E con questo premio che ho ricevuto come premio di pace, proverò a fare una casa per molti che non hanno una casa. Perché credo che l’amore cominci a casa, e se possiamo creare una casa per i poveri – penso che sempre più amore si diffonderà. E potremo mediante questo amore comprensivo portare pace, essere la buona notizia per i poveri. I poveri della nostra famiglia per primi, nel nostro paese e nel mondo. Per poter fare questo, le nostre Sorelle, le nostre vite devono essere intessute di preghiera.
Devono essere intessute di Cristo per poter capire, essere capaci di condividere. Perché oggi c’è così tanto dolore – e sento che la passione di Cristo viene rivissuta ovunque di nuovo – siamo noi là a condividere questa passione, a condividere questo dolore della gente. In tutto il mondo, non solo nei paesi poveri, ma ho trovato la povertà dell’occidente tanto più difficile da eliminare. Quando prendo una persona dalla strada, affamata, le do un piatto di riso, un pezzo di pane, l’ho soddisfatta. Ho rimosso quella fame. Ma una persona che è zittita, che si sente indesiderata, non amata, spaventata, la persona che è stata gettata fuori dalla società – quella povertà è così dolorosa e diffusa, e la trovo molto difficile. Le nostre Sorelle stanno lavorando per questo tipo di persone nell’Occidente. Allora dovete pregare per noi affinché siamo capaci di essere questa buona notizia, ma non possiamo farlo senza di voi, lo dovete fare qui nel vostro paese.
Dovete arrivare a conoscere i poveri, magari la gente qui ha beni materiali, tutto, ma penso che se noi tutti cerchiamo nelle nostre case, quanto troviamo difficile a volte sia sorriderci reciprocamente, e che il sorriso è l’inizio dell’amore. E così incontriamoci sempre con un sorriso, perché il sorriso è l’inizio dell’amore, e quando cominciamo ad amarci è naturale voler fare qualcosa. Così pregate per le nostre Sorelle e per me e per i nostri Fratelli, e per i nostri Collaboratori che sono sparsi nel mondo. Essi possono rimanere fedeli al dono di Dio, amarlo e servirlo nei poveri insieme con voi. Quello che abbiamo fatto non avremmo potuto farlo se voi non lo aveste condiviso con le vostre preghiere, con i vostri doni, con questo continuo dare. Ma non voglio che mi diate del vostro superfluo, voglio che mi diate finché vi fa male. L’altro giorno ho ricevuto 15 dollari da un uomo che è stato sdraiato per venti anni e l’unica parte che poteva muovere è la mano destra. E l’unica cosa di cui gode è fumare. E mi ha detto: non fumo per una settimana e ti mando questi soldi.
Deve essere stato un sacrificio terribile per lui, ma guardate quanto è bello, come ha condiviso, e con quei soldi ho comprato del pane e l’ho dato a quelli che sono affamati con gioia da tutte e due le parti, lui stava dando e i poveri stavano ricevendo. Poter condividere il nostro amore con gli altri è un dono di Dio. E fate come se fosse per Gesù. Amiamoci gli uni gli altri come egli ci ha amato. Amiamo Lui con amore indiviso. E la gioia di amare Lui e amarci gli uni gli altri – diamolo ora – che Natale è così vicino. Conserviamo la gioia di amare Gesù nei nostri cuori. E condividiamo questa gioia con tutti quelli con cui veniamo in contatto. E questa gioia radiosa è vera, perché non abbiamo motivo di non essere felici perché noi abbiamo Cristo con noi. Cristo nei nostri cuori, Cristo nel povero che incontriamo, Cristo nel sorriso che diamo e nel sorriso che riceviamo. Facciamone un impegno: che nessun bambino sia indesiderato, e anche che ci accogliamo con un sorriso, specialmente quando è difficile sorridere.
Qualche tempo fa circa quattordici professori vennero dagli Stati Uniti da diverse università. E vennero a Calcutta nella nostra casa. Stavano parlando e dicevano di essere stati alla casa per i morenti. Abbiamo una casa per i morenti a Calcutta, dove abbiamo raccolto più di 36000 persone solo dalle strade di Calcutta e di questo grande numero più di 18000 hanno avuto una bella morte, sono semplicemente andati a casa da Dio. E sono venuti nella nostra casa e abbiamo parlato di amore, di compassione, e poi uno di loro mi ha chiesto: Madre, per favore ci dica qualcosa che possiamo ricordare, e ho detto loro: sorridetevi gli uni gli altri, dedicatevi del tempo nelle vostre famiglie. Sorridetevi.
E un altro mi ha chiesto: sei sposata? E ho detto: sì, e trovo a volte molto difficile sorridere a Gesù perché può essere molto esigente a volte. Questo è qualcosa di vero, ed è là che viene l’amore – quando è esigente, e tuttavia possiamo darlo a Lui con gioia. Come ho detto oggi, se non vado in Cielo per qualcos’altro, andrò in cielo per tutta la pubblicità, perché mi ha purificata e sacrificata e resa veramente pronta ad andare in Cielo. Penso che questo sia qualcosa, che dobbiamo vivere la nostra vita in modo bello, abbiamo Gesù con noi e Lui ci ama. Se potessimo solo ricordarci che Gesù ci ama, e ho l’opportunità di amare gli altri come lui ama me, non nelle grandi cose, ma nelle piccole cose con grande amore, allora la Norvegia diventerebbe un nido d’amore. E quanto bello è che qui sia stato dato un nobel per la pace. Che da qui esca la gioia per la vita dei bambini non nati. Se diventate una luce bruciante nel mondo della pace, allora veramente il Nobel per la pace è un dono per il popolo norvegese.

sabato 26 settembre 2020

Cosa sta accadendo in Bulgaria - Gruppo “Europa”

Di Leonardo Gaddini 

Da molti mesi in Bulgaria i cittadini stanno protestando vivacemente contro il Governo del premier Bojko Metodiev Borisov, leader del più grande Partito del Paese "GERB" (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria), accusato di corruzione e di incapacità di gestire la crisi economica e sanitaria derivante dal Covid. In Bulgaria dal 2009 c'è un Goerno di Destra composto da GERB, un Partito Liberal-Conservatore di centro-destra, il IMRO (Movimento Nazionale Bulgaro), un Partito di Destra radicale, Conservatore e nazionalista, il NFSB (Fronte Nazionale per la Salvezza della Bulgaria), un Partito di Destra euroscettico e Conservatore e il Volnya (Volontà), un Movimento di estrema Destra, Populista e sovranista. 

 
Le ragioni delle proteste sono molteplici, poco prima dell'inizio delle proteste sono emerse fotografie che mostravano un uomo, che sembrava essere Borisov, sdraiato seminudo su un letto, accanto a un comodino con una pistola e pile di banconote da 500 euro. Borisov ha confermato che la stanza in cui sono state scattate le foto era la sua, ma ha negato la pistola e il denaro, affermando che le immagini avrebbero potuto essere manipolate. Borisov ha accusato il Presidente della Repubblica, Rumen Georgiev Radev, di aver ordito un complotto "stile KGB" contro di lui e di aver fatto volare un drone nella sua residenza per scattare la foto. Radev ha ovviamente negato il fatto (definendo Borisov come paranoico) e ha condannato l'invasione della privacy del primo ministro. Dopo pochi giorni sono poi trapelate controverse registrazioni vocali. La voce nelle registrazioni, che assomiglia molto alla voce di Borisov, insulta la Presidente dell'Assemblea Nazionale (il Parlamento bulgaro) Tsveta Karayancheva e vari leader europei. Il 24 Luglio, l'eurodeputata socialista Elena Yoncheva ha dichiarato che esperti americani avrebbero dimostrato l'autenticità della registrazione. 
 
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo scndalo "Otto Nani", chiamato così per via del nome del ristorante del centro di Sofia in cui si sono svolti presunti accordi di estorsione. Lo scandalo riguardava alcuni alti magistrati accusati da un proprietario di una società di ascensori di estorcerlo per cedere loro le sue quote nella società, minacciandolo che avrebbero lasciato il figlio malato senza emodialisi salvavita se avesse rifiutato. I magistrati si sarebbero anche incontrati lì per discutere i piani per rubare 35 chilogrammi d'oro da un altro uomo d'affari. Poco dopo i rappresentanti della procura e gli investigatori della polizia sono entrati nella presidenza del consiglio, svolgendo operazioni di perquisizione e sequestro. Hanno arrestato due funzionari dell'amministrazione presidenziale. Il primo arrestato è stato Plamen Uzunov, consulente per questioni legali e anticorruzione, accusato di concussione. Il secondo è Iliya Milushev, un consigliere presidenziale per questioni di sicurezza, accusato di crimini che comportano la divulgazione di segreti di stato e cospirazione per ottenere illegalmente documenti segreti. Secondo la dichiarazione dell'accusa, Milushev ha consegnato volontariamente quattro documenti, che erano stati presi illegalmente dall'Agenzia di intelligence statale. Secondo l'Agenzia, i documenti contenevano informazioni che costituivano un segreto di Stato. 
 
Questi avvenimenti hanno contribuito a far diventare la Bulgaria il Paese più corrotto d'Europa nella classifica annuale del il Rule of Law Index. Tutto ciò, unito al numero vertiginoso di ricoveri e di morti causati dal Coronavirus, ha aumentato il malcontento popolare e ha fatto espolodere la protesta. Le manifestazioni sono iniziate il 9 Luglio scorso, quando migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni del primo ministro e del procuratore capo Ivan Geshev. Il Presidente Radev ha incoraggiato le proteste e ha chiesto l'espulsione dei corrotti e dei mafiosi dall'esecutivo e dalla magistratura, il Presidente ha poi invitato l'UE a prendere una posizione sulla situazione nel Paese, che sta diventando una crisi costituzionale, tuttavia, il primo ministro e il procuratore capo hanno rifiutato di dimettersi. Insieme alla procura e ai membri del governo. Le manifestazioni sono così continuate e sono diventate sempre più numerose, la situazione si èaggravata quando i partiti di estrema Destra che appoggiano il Governo hanno promosso delle contro-manifestazioni, alcune persone che hanno aderito a quest'ultime hanno attaccato gli altri manifestanti generando così scontri. La Polizia, per ristabilire l'ordine, ha risposto con violenza, arrestando e picchiando anche molti manifestanti pacifici. 
 
Le proteste, però, non si sono fermate ed è da 2 mesi infatti che manifestazioni e violenze continuano impertirrite nel Paese. Addirittura qualche politico di opposizione è stato arrestato, come per esempio Kostadin Kostadinov (leader di Vǎzrazhdane un movimento Populista e anti-corruzione), oltre a lui a oggi più di 200 persone sono state arrestate. Le opposizioni hanno deciso, in risposta alla violenza delle forze dell'ordine, di boicottare il Parlamento. Il 16 Settembre il Movimento "Il Sistema Ci Uccide!" (movimento anti-corruzione e giustizialista) ha occupato il Parlamento chiedendone lo scioglimento e il ritorno alle urne, ma la polizia è riuscita alla fine a liberare l'aula. Dopo questo fatto un Partito d'opposizione, il DPS (Movimento per i Diritti e la Libertà, un Partito Liberal-Democratico), ha deciso di ritornare nel Parlamento, così facendo l'Assemblea ha raggiunto di nuovo il quorum necessario per poter tornare a emanare le leggi. come risposta i manifestanti anti-Governo hanno vandalizzato le sedi del DPS.
 
Il malcontento sembra quindi destinato ad aumentare e a peggiorare le cose vi è anche il forte silenzio della comunità internazionale, che sembra quasi insinuare che la lotta alla corruzione non sia più una lotta per i valori occidentali ed europei, ma solo un'utile scusa per sfidare governi incapaci. La maggior parte dei manifestanti si aspettava che l'UE si tenesse a uno standard più elevato intraprendendo azioni a sostegno dei manifestanti, ma questo sostegno non è arrivato. Il rispetto dei valori e dei Trattati dell'UE, però,  è essenziale affinché i cittadini abbiano fiducia nelle istituzioni dell'Unione. Le sentenze della Corte di giustizia europea, infatti, continuano a sottolineare che lo Stato di Diritto è fondamentale per l'ordinamento giuridico dell'UE e le minacce nei suoi confronti sfidano la base giuridica, politica ed economica del funzionamento dell'Unione. La carenza dello Stato di Diritto in uno Stato membro ha un impatto sull'UE nel suo insieme, tuttavia, l'Europa sta solo osservando come la Democrazia appassisce in Bulgaria. Se l'Europa vuole avere un peso a Est, deve difendere con fermezza i valori democratici che rappresenta, oppure sarà percepita solo come un cumulo d'ipocrisia e ciò potrebbe spingere i cittadini di questi Paesi a credere agli inganni di qualche democratura che sta cercando di espandersi.  

giovedì 24 settembre 2020

Il reato di Revenge porn

 di Valeria Frezza

Una donna di Limerick, vittima del "revenge porn", sta facendo una campagna per un cambiamento delle leggi in materia di diffusione illecita di immagini o video intimi. Megan, 23 anni, il cui cognome è stato nascosto, descrive il momento straziante in cui ha scoperto che le sue immagini e video sessualmente espliciti erano stati condivisi sui social media tre anni fa.
"Sono stata vittima del revenge porn nel 2016, quando avevo 19 anni", dice. " Le mie foto e i miei video sono stati inviati a migliaia di persone. È stato messo su Facebook. È stato mostrato ai miei amici e alla mia famiglia. È stato mostrato ai miei nonni e tutto il resto. È stato orribile!"
Megan frequentava ancora la scuola ed è stata anche oggetto di bullismo tramite i social.
“Ho effettuato l'accesso a Facebook e c'erano oltre 400 messaggi - tutti insulti ". "La gente mi diceva che avrei dovuto uccidermi. Mi vergognavo, era orribile vedere tutti quei messaggi".  Megan ha sofferto molto dopo l'attacco e le è stato diagnosticato un disturbo da stress post-traumatico.
“C'era davvero troppo odio. Ho tentato il suicidio".
La sua petizione che ha raccolto quasi 3.000 firme, afferma che: "L'abuso sessuale basato sull'immagine non è ancora un crimine in Irlanda. Il revenge porn è un'enorme violazione della privacy ed è un continuum di vendetta pornografica, upskirting, cyber-flashing e molto altro". Nella petizione, che può essere trovata su Change.org., Megan afferma che al momento viene offerto pochissimo sostegno alle vittime di revenge porn.
Megan ha lavorato con altre vittime per aumentare la consapevolezza del problema, è tornata su Twitter per promuovere una petizione per rendere il revenge porn "vendetta pornografica" o "condivisione pubblica di immagini o video sessuali per ricatto" un reato penale, perchè non è classificato come stupro o aggressione. "Quando è successo a me, non c'era nessuno a cui potevo rivolgermi. Non c'era supporto. "
"Quando ero a scuola, è successo a più ragazze che conoscevo. Con Snapchat e Instagram e tutto il resto, è diventato molto più facile inviare cose come questa".

Il Revenge porn consiste quindi nella pubblicazione o nella minaccia di pubblicazione (anche con finalità estorsive), di immagini, fotografie o video che mostrano persone impegnate in attività sessuali o ritratte in pose sessualmente esplicite, senza che ne sia stato dato il consenso dalla diretta interessata. L’acquisizione del materiale può avvenire sia attraverso azioni che sottendono il consenso della vittima, come ad esempio tramite la pratica del Sexting, cioè l’invio consapevole di foto e video da parte della vittima o durante un atto sessuale o in comportamenti attinenti alla sfera sessuale; ma avviene anche senza che la vittima possa dare il suo consenso, come ad esempio, attraverso l’utilizzo di attrezzatura nascosta che riprende l’atto sessuale o gli atteggiamenti sessualizzati messi in atto, o anche con l’intrusione illecita in account, hackerando i dispositivi della vittima.
Di recente la Polizia Postale ha diramato un allarme rispetto all’aumento di queste condotte, probabilmente perché nella società contemporanea ormai disponiamo sempre più del web e per questo tale elemento viene maggiormente utilizzato anche per commettere questo tipi di reati
Sul sito della Polizia Postale e delle Comunicazioni, qui di seguito riportato, c'è un sito per la prevenzione di questi comportamenti: https://www.commissariatodips.it

martedì 22 settembre 2020

Il tempo del fare (centro)

 di Armando Dicone


Dopo la vittoria del sì, al taglio dei seggi parlamentari e quindi della rappresentanza, dobbiamo impegnarci sempre più nel difendere quel che resta della nostra democrazia parlamentare. 
Sono preoccupato? Molto.
In tutta la campagna referendaria abbiamo sempre detto, che eravamo preoccupati dalla selezione dei parlamentari dopo il taglio, le segreterie dei partiti sceglieranno i più fedeli a scapito di chi è più meritevole, pochi eletti amici del capo, con collegi troppo grandi, finiranno per obbedire al capo partito che li candida con liste bloccate.
Assisteremo sempre più a due blocchi contrapposti, populisti contro sovranisti, due leader che si scontreranno per un like in più, due capi che grideranno fino a perdere la voce.
Questa prospettiva mi terrorizza e spero che chi legge abbia le mie stesse preoccupazioni.

Ora che il taglio è realtà, purtroppo, non possiamo che chiedere due correttivi, per difendere ciò che resta. Due battaglie da fare tutti insieme, per dare un senso al nostro NO al referendum:

-legge elettorale proporzionale con voto di preferenza;
-legge su democrazia interna partiti, come previsto dall'articolo 49 della costituzione.

Dobbiamo coinvolgere cittadini, parlamentari, associazioni, movimenti e partiti che non si sono piegati al populismo e che mai lo faranno. Da questa battaglia condivisa può nascere la fase pre-politica indispensabile, per una grande federazione di centro nel 2023. Forza e coraggio.

mercoledì 16 settembre 2020

Flop assunzioni 2020: cattedre vuote e docenti ancora disoccupati

"Buongiorno a tutti, ieri sera ho seguito con molta attenzione l'intervento della Ministra Azzolina in tv soprattutto quando si è affrontata la problematica della carenza conclamata degli insegnanti di sostegno facendo riferimento anche al caso dei due bimbi che erano stati oggetto di attenzione da parte del Ministero. Ma la Ministra che tanti bei numeri sulle assunzioni ha comunicato ieri sera in tv, ha fatto un'indagine interna agli USR regionali per fare un censimento delle graduatorie valide da poter scorrere i posti assegnati ai vari USR che ancora parrebbero ostinarsi a non voler assegnare alle assunzioni previste per quest'anno? Un esempio: in Puglia, più di 20 posti sul sostegno ANCORA VACANTI e circa 100 PERSONE ANCORA PRESENTI IN GRADUATORIA GMRE ADSS....situazioni che paiono ormai confinate nell'oblio????? La Ministra ha parlato di aumentare gli specializzati, di bandire ed espletare nuovi concorsi...ma di assumere le persone presenti in graduatoria che dovrebbero occupare di diritto i posti validati per le assunzioni che ad oggi ancora sono scoperti creando disagio e mortificazione per le famiglie e soprattutto per i bambini??? In aggiunta si condannano ad altro precariato persone abilitate e specializzate!!! Ma bisogna andare sui giornali ad informare la Ministra di questa situazione????"

prof.ssa Cristina Tarantini


"Le nomine in ruolo (per tutte le classi di concorso) per la Regione Lazio sono finite e i numerosi posti vacanti sono stati messi a supplenza nonostante i numerosi docenti ancora in attesa di nomina in ruolo dopo tanti anni. Questi posti sono stati autorizzati dal Ministero dell'Istruzione per l'immissione in ruolo entro l'anno 2020 e quindi questa procedura non è corretta. Inoltre se avessero evitato di convocare i docenti di ruolo  ogni volta che c'è stato lo scorrimento delle graduatorie (perchè non risultano ancora depennati dalle graduatorie) questo problema non esisterebbe e tutti i docenti con precariato storico, abilitati e vincitori di concorso sarebbero già stati assunti."
prof.ssa Valeria Frezza 

Prof.ssa Margherita Stimolo
Presidente del C.N.D.A.
(Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati)
Amministratrice del gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/transitorioperilruolo/

sabato 12 settembre 2020

La leader migliore? La mamma

 di Valeria Frezza


La Leadership femminile non viene presa particolarmente in considerazione.
Le donne sono ancora reputate essere il sesso debole perché sono ritenute troppo emotive, sensibili e con la voglia di essere mamme.
La maternità è una condizione che fa pensare all'uscita dall'ambiente professionale e al ritiro a vita privata.
È uno stereotipo che provoca un basso tasso di occupazione femminile in Italia, dove le madri sono penalizzate in modo particolare.
In realtà, alcune non riescono neanche a trovare un lavoro, soprattutto se  sono madri o se esprimono il desiderio di diventarlo

La leadership ha ancora una connotazione maschile perché si pensa che siano solo gli uomini a possedere a possedere i requisiti.
Tuttavia, ogni Paese dovrebbe fruire del contributo di tutti i propri cittadini: formandoli nella maniera adeguata perché siano pronti a costruire il futuro.

Il problema principale delle mamme, infatti, è quello di riuscire a conciliare il lavoro e la famiglia. Ma anche se potrebbe esserci un periodo iniziale di assestamento dovuto alla nuova situazione, ci sono donne che non vogliono lasciare il proprio lavoro.
La sensibilità e le qualità gentili ed empatiche che hanno le donne, si sposano molto bene con il nuovo concetto di leadership che si cerca oggi, cioè, viene chiesto anche di essere più disponibile nei confronti dei propri dipendenti, di essere maggiormente predisposto alla comunicazione, di capire i talenti delle proprie risorse umane e di puntare su quelli.
Tutte doti che, a rigore di logica, dovrebbero essere più femminili che maschili. Infatti gli uomin vengono generalmente considerati più determinati, competitivi e indipendenti.
Le donne che hanno queste peculiarità non le perdono certo avendo un figlio. Anzi sviluppano ulteriori doti di gestione e organizzazione proprio dovute alla nuova condizione.

Occuparsi dei figli è una forma di management, con tutto il carico di capacità di negoziazione e di problem solving e di pazienza che esso comporta.

Il “mestiere” del genitore può diventare un ottimo modo per sviluppare e allenare capacità di resilienza e adattamento, fondamentali in ambito lavorativo.

Capacità di resilienza e di adattamento di un genitore:

La cura di un figlio, alla lunga, crea un database di conoscenze che velocizzano il processo decisionale

Capacità intuitive e di problem solving: essere totalmente presenti nell'ambiente e capire subito, anche da un dettaglio apparentemente secondario, quale sia il problema e quale la migliore soluzione.

Abitudine alla responsabilità, che deriva dal continuo sforzo di attenzione verso i figli, le loro esigenze e il modo per riuscire a gestire e organizzare tutte le attività quotidiane.

Abitudine all'empatia e alla condivisione per valutare le cose da angolazioni diverse, senza paura di lasciarsi prendere dall'insicurezza.

Abitudine ad apprendere per tentativi:  nella vita di un genitore non si finisce mai di apprendere come migliorare la cura e l’educazione dei figli.

Leadership femminile in contesti di emergenza umanitaria
Le commissioni internazionali per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile sono state costituite dai governi in tutto il mondo, ma ancora non riescono a raggiungere i loro obiettivi.  L' aumento della leadership femminili in contesti di emergenza umanitaria permette alle donne di partecipare nel momento in cui i loro diritti sono maggiormente messi a rischio e loro stesse si ritrovano in condizioni di vulnerabilità.
In un mondo prevalentemente dominato dagli uomini come la gestione delle emergenze, i bisogni e i diritti delle donne possono essere, e frequentemente lo sono, ignorati o rischiare di passare in secondo piano. Le le donne hanno bisogno di partecipare ai processi decisionali così da assicurare che i loro bisogni trovino risposta e che non rischi di essere organizzata solo in ottica maschile.
  La leadership femminile può essere trasformativa per la loro vita, per tutta la comunità e per la vita di tutte le donne. Supportarle, riconoscere le loro capacità e le loro potenzialità, i loro diritti, permette il superamento di barriere e stereotipi di genere. Contribuisce all'empowerment delle donne, supporta le donne nel credere in se stesse e a sfidare collettivamente le strutture di potere che impediscono loro di partecipare a livello paritario alla vita delle proprie comunità.

venerdì 11 settembre 2020

Voto NO per ricostruire

 di Armando Dicone

Per comprendere le ragioni profonde del mio NO, al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre, ho dedicato un po' del mio tempo libero a cercare vecchie letture con le quali sono cresciuto e grazie alle quali ho amato la politica, sin da ragazzino.

Quando ho iniziato a sentir parlare del "taglio delle poltrone", ho subito avvertito un senso di nausea davvero insopportabile. Vista la mia reazione istintiva, nei giorni scorsi mi sono soffermato sulle ragioni, ho subito capito che si trattava della mia formazione, di quello che avevo letto e imparato dai giganti che tanto ammiravo. Leggendo i loro discorsi, articoli e libri immaginavo di essere lì con loro, di far parte di una grande famiglia culturale e politica.

Dopo tale reazione e andando nel merito del "taglio", non ho avuto nessun dubbio sul mio NO al referendum e ho già avuto modo di spiegarlo su questo blog, ma quello che volevo condividere oggi con voi è l'idea che per ricostruire la politica non si può partire dall'antipolitica, la buona politica ha bisogno di idee forti.

Ho ritrovato 3 discorsi che vorrei condividere con voi e mi auguro possa farvi piacere.

Riporto tre brevi passaggi di grande attualità di Sturzo, Moro e Dossetti.


Luigi Sturzo, Senato, 27/06/1957


La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà.


Aldo Moro, articolo per Il Giorno, 1977.


Abbiamo salutato l'emergere, estremamente vivo e significativo, di una società civile che mette in evidenza valori prima compressi, esalta l'uomo, rivendica diritti e pone esigenze rigorose alla società politica, contestandone l'esclusivismo e la cristallizzazione. Ma c'è modo e modo di vivere questa esperienza e di secondare le spinte di progresso. Infatti vi sono ancora equilibri da rispettare, assetti istituzionali da salvaguardare, esigenze di sintesi e di ordine da non disattendere. Altrimenti un movimento vitale, segno importante di tempi nuovi, rischia di essere distorto, fino a divenire, invece che una ragione di composta e utile novità, un principio di confusione, uno strumento di disgregazione, un pericolo di instabilità e di indominabilità della società italiana.


Giuseppe Dossetti, Milano, 21/01/1995.


La sovranità popolare diventa sempre più una sovranità mitica: a cui in pubblico e nei discorsi seduttori si rende culto e la si sopraesalta, ma di fatto in sostanza la si viola: delegittimando le sue rappresentanze elettive (il Parlamento), tentando sempre più di comprimere l’indipendenza dell’ordine giudiziario, moltiplicando estrose e indebite pressioni sulla Corte Costituzionale, e finalmente cercando con ostinazione sistematica di ridurre sempre di più la libertà della suprema Magistratura della Repubblica. Pressapoco come Mussolini aveva ridotto la libertà del Re, e Hitler aveva ridotto la grandezza mummificata di Hindemburg.

A una sovranità popolare così mitizzata che cosa potrà ancora restare? Un’ultima illusione: l’illusione di una democrazia diretta! Cioè di essere chiamata ad esercitarsi attraverso referendum, resi sempre più frequenti ed agevoli. Ma anche questa è un’illusione. Invece di una democrazia rappresentativa (parlamentare), con le sue procedure dialogiche e le inevitabili mediazioni di ragioni contrapposte a confronto, si avrebbe una democrazia populista, inevitabilmente influenzata da grandi campagne mediatiche, senza razionalità e appellantisi soprattutto a mozioni istintive e a impulsi emotivi, che trasformeranno i referendum in plebisciti e praticamente ridurranno il consenso del popolo sovrano a un mero applauso al Sovrano del popolo.



Possiamo e dobbiamo ricostruire la politica, partendo però dalle idee e non dallo studio del "sentiment".


Vi ringrazio per l'attenzione.

#IOvotoNO

venerdì 4 settembre 2020

Documento per il NO al referendum costituzionale del 20 - 21 settembre 2020




NOI di #ForumalCentro votiamo NO al referendum costituzionale.

I motivi del nostro NO!

Votiamo NO perché vogliamo ricostruire la buona politica.
Siamo cittadini elettori e vorremmo una politica capace di risolvere i problemi della gente. Non chiediamo meno parlamentari, ma ne vogliamo di migliori, competenti e onesti. Con un taglio così drastico dei rappresentanti dei cittadini si rischia di dare “un taglio alla democrazia”. Si crea, così, una cesura grave con il passato, si rinnegano i Padri della patria e la storia che ha portato alla nostra democrazia parlamentare. Se riduciamo la rappresentanza dei territori il Parlamento perderà autorevolezza istituzionale; il forte astensionismo degli elettori di questi ultimi anni non si corregge tagliando la loro possibilità di esprimere propri rappresentanti; così si raffredderà la passione politica e l'interesse per il voto di altri ancora, e ciò è un male;

Votiamo NO per difendere la democrazia parlamentare rappresentativa voluta dai nostri padri costituenti, i quali decisero che per ogni 80.000 abitanti ci fosse 1 deputato e per ogni 200.000 abitanti 1 senatore. La diminuzione di questo rapporto ci poterà ad essere al di sotto della media delle democrazie rappresentative europee. Ciò renderà solo più debole la nostra democrazia. Nella comparazione con gli altri Stati europei, l’Italia sarà tra i Paesi col minor numero di parlamentari in proporzione al numero di abitanti. Esempi significativi sono le civilissime Svezia e Norvegia, che in proporzione ai cittadini residenti hanno il maggior numero di rappresentati in Parlamento. Anche in Francia e in Gran Bretagna i cittadini sono adeguatamente rappresentati, pur avendo i due Paesi un numero di abitanti superiore al nostro;

Votiamo NO perché la proposta del taglio non migliora né velocizza i lavori parlamentari. A tal fine c’è bisogno di intervenire sui regolamenti di funzionamento delle Camere, operazione più semplice da fare e meno invasiva del taglio dei parlamentari attraverso la quale si possono individuare anche modalità e processi per la misurazione delle performance di efficienza dei lavori parlamentari;

Votiamo NO perché crediamo che la politica debba tornare ad essere virtuosa agli occhi dei cittadini. Per ricostruire la fiducia negli elettori pensiamo che sia necessario che i partiti diventino palestre di democrazia e luoghi di dibattito, nei quali si forma e cresce una nuova classe dirigente, competente ed attenta all’interesse ed al bene comune, anziché organismi elitari dediti esclusivamente all’esercizio del potere. Il taglio non favorirà questo processo di nuova rappresentanza e responsabilità. Anzi, con il taglio si allungheranno i tempi di approvazione delle leggi e diventerà più tortuoso l’iter parlamentare. Ciò farà crescere ancor più l’iniziativa del Governo, già oggi tanto invasiva da essere diventata in gran parte sostitutiva del potere legislativo delle Camere con il profluvio di decreti su cui si mette puntualmente la “fiducia”, mortificando ed ingessando qualunque volontà di dibattito parlamentare. Con il taglio le decisioni politiche saranno prese da un numero inferiore di parlamentari che, decideranno sull’approvazione di leggi che riguardano milioni di cittadini;

Votiamo NO perché non vorremmo che dopo il taglio ci sia una "supercasta" con pieni poteri. Il populismo e il sovranismo sono derive della democrazia, che si sono infilate, come corpi estranei, nelle considerazioni della gente, approfittando delle loro difficoltà, dei vecchi e nuovi problemi e delle insicurezze che la politica non ha saputo ascoltare e rappresentare. Ma noi non possiamo legittimare la loro esistenza e dobbiamo contrastare ogni tentativo di consolidarsi nella cultura e nella quotidianità della gente tanto più quando manifestano, come è avvenuto con la legge sul taglio dei Parlamentari, propensioni anti democratiche e chiara intenzione di diventare nuova classe dominante. Non è un gioco, ma un problema serio da affrontare e risolvere al più presto, con passione, partecipazione e lavoro, specialmente in un tempo di crisi come questo. Il taglio consegna l'Italia nelle mani di pochi parlamentari, com’era nelle intenzioni di Licio Gelli, il quale elaborò un progetto simile a quello approntato dall’attuale riforma;

Votiamo NO perché intere aree del Paese si troverebbero prive di rappresentanza in Parlamento. Addirittura intere province con poca popolazione, anche se di grandi dimensioni, potrebbero non riuscire ad eleggere un senatore. Inoltre esiste un serio problema di rappresentanza al Senato a favore delle sole liste con i maggiori consensi elettorali. Resteranno escluse quelle liste che, pur avendo superato la soglia di sbarramento a livello nazionale, non potranno partecipare alla distribuzione dei seggi su base regionale perché, vista la riduzione numerica, gli scranni saranno attribuiti alle liste maggiori.
Il taglio inciderà negativamente anche sulla rappresentanza dei cittadini italiani che vivono all’estero in quanto i parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, anche loro ridotti in numero, avrebbero un peso minore sulle vicende politiche nazionali;

Votiamo NO perché la procedura di revisione costituzionale di cui all’art. 138 della Costituzione sarà demandata ad un numero davvero esiguo di deputati e senatori.
Se si continuasse ad avere leggi elettorali con listini bloccati e candidati nominati, le prossime legislature saranno composte da parlamentari quasi esclusivamente indicati dalle segreterie di partito, sottraendo all’elettore il diritto di scegliersi i suoi rappresentanti. Con la conseguenza che ciascun deputato e senatore finirà per rispondere al partito e non agli elettori.

#IOvotoNO