venerdì 19 giugno 2020

Maria Montessori, un’educazione per la pace

di Valeria Frezza
 

Maria Montessori è un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile, scienziata internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, elementari, medie, superiori in tutto il mondo e prima donna a laurearsi in medicina in Italia. Il suo impegno per l’educazione, ed in particolare quella dei minorati mentali, è noto a tutti.

Maria Montessori ha dedicato anche molta attenzione alla questione dei diritti delle donne e alle condizioni di svantaggio sociale delle classi più deboli. Invece io vorrei parlare dell’ impegno di Maria Montessori per la pace.

 La pace e la via per costruirla sono sempre state al centro della sua riflessione e fu proprio attraverso il suo lavoro con i bambini che ella arrivò alla soluzione: l’educazione è l’arma della pace.

Con il suo lavoro Maria Montessori ci fa capire che le guerre non dipendono solo da squilibri economici e le cause più profonde sono da riscontrare in interventi educativi inadeguati nell’infanzia. La pace è dunque innanzitutto un problema pedagogico e la responsabilità ultima della sua realizzazione è l’educazione. La politica può evitare le guerre, ottenere che i conflitti si risolvano attraverso negoziati ma per creare le premesse per un mondo di pace l’educazione è la vera strada.

Non l’approccio basato sulla formazione di individui dipendenti, eterodiretti, competitivi e alla ricerca continua di approvazione ma un’ educazione che ponga il bambino che apprende in una posizione attiva; “il bambino non è debole e povero ma è maestro anche nei riguardi della sua educazione. Questa non è una esaltazione fuori misura dell’infanzia, è una grande verità” (cit.)

Un’ educazione così concepita consente al bambino di diventare un adulto libero, capace di autodirigersi nella vita, autonomo eppure in comunione con gli altri, artefice un domani di un mondo migliore. Questo necessita l’impegno e la responsabilità di tutta la società. I governi devono assegnare all’educazione l’importanza che essa merita ma anche ogni singolo individuo dovrebbe impegnarsi a lavorare su di sè e diventare protagonista del cambiamento.

“La difesa dei popoli non può poggiare sulle armi e le armi non potranno mai assicurare la pace e la prosperità di nessun popolo finché non si ricorrerà a questo grande armamento della pace che è l’educazione”(cit.)

Sembra quasi che la scuola sia diventata un baby parking ovvero un posto dove lasciare frettolosamente i propri figli per andare a lavorare. Non è così. La scuola si impegna in un proficuo rapporto di collaborazione con la famiglia. La scuola è il luogo dove si formano le nuove generazioni che un domani diventeranno la futura classe dirigente del nostro paese, non è l’ultima ruota del carro e tutti devono assumersene la responsabilità. Siamo garanti dell’armonia che deve esserci nella società, a casa e a scuola. Non un sistema di istruzione schizofrenico, in balìa della precarietà, dell’incertezza, dell’improvvisazione e nemmeno una scuola anestetizzata.

Concludo con una citazione di Maria Montessori: “Il bambino è una sorgente d’amore; quando lo si tocca, si tocca l’amore. Il nostro mondo è stato lacerato e ha ora bisogno di essere ricostruito.”

 

 


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