venerdì 11 ottobre 2019

Petizione per il ripristino del sistema elettorale proporzionale



PETIZIONE PER IL RIPRISTINO DEL SISTEMA ELETTORALE PROPORZIONALE
Il sistema proporzionale è funzionale alla massima rappresentatività degli organi elettivi ed
attribuisce, tendenzialmente, lo stesso peso al voto di ciascun elettore.
Il principio della proporzionalità è immanente all’ordinamento repubblicano ed è stato applicato
per l’elezione della Camera dei Deputati fino agli anni ’90 del secolo scorso.
Già la legge elettorale adottata per l’elezione dell’Assemblea Costituente aveva affermato
tale principio in modo netto:
la rappresentanza è proporzionale
(art. 1, secondo comma, Decreto legislativo luogotenenziale n. 74/46)
Anche se il principio non è stato inserito nella Carta Costituzionale, la Costituente ha approvato
due ordini del giorno intesi ad orientare in quel senso il legislatore ordinario:
La seconda sottocommissione ritiene che la Camera dei Deputati debba essere eletta col
sistema della rappresentanza proporzionale.
(ordine del giorno della seconda sottocommissione dell’8.11.46)
L’Assemblea Costituente ritiene che l’elezione dei membri della Camera dei deputati debba
avvenire secondo il sistema proporzionale.
(ordine del giorno dell’assemblea plenaria del 23.9.47)
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Il principio, per quanto riguarda l’elezione della Camera dei Deputati, è stato quindi osservato
dal legislatore in tutte le successive leggi elettorali, esclusa soltanto la breve parentesi
della legge c.d. “legge truffa”.
A partire dagli anni ’90 il principio della proporzionalità del voto è stato però via via compresso,
salvo “correttivi”, in favore di un sistema maggioritario basato su collegi uninominali,
con la possibilità che alle elezioni partecipino coalizioni di partiti, con soglie di sbarramento
differenziate per i partiti coalizzati e quelli non coalizzati e con l’introduzione di
premi di maggioranza per partiti o coalizioni che ottengano una consistente maggioranza
relativa dei voti.
Tali interventi legislativi sono stati giustificati con la necessità di evitare la frammentazione
politica e l’instabilità governativa e di favorire l’aggregazione di partiti in un sistema politico
tendenzialmente bipolare; ma essi non hanno affatto raggiunto il risultato sperato ed hanno
condotto invece a risultati irrazionali ed inaccettabili.
L’effetto proiettivo del voto è stato infatti fortemente alterato, al punto che una forza politica
che abbia ottenuto più voti rispetto ad un altra può vedersi poi attribuito un numero di seggi
inferiore rispetto a quest’ultima.
Simili risultati contrastano con lo stesso principio costituzionale dell’uguaglianza del voto:
quando sei milioni di elettori ottengono cento seggi e cinque milioni di elettori ottengono
centoventi seggi, il voto dei primi non è uguale al voto dei secondi.
Con la comparsa delle coalizioni elettorali si è formata poi nell’opinione pubblica l’impressione
che il Governo venga designato direttamente dalla maggioranza degli elettori, anche
soltanto relativa, invece che, secondo il dettato costituzionale, in ambito parlamentare e
nel libero concorso di tutte le forze che vi sono rappresentate quale espressione del pluralismo
della società italiana.
Queste storture vengono esasperate dall’attuale situazione politica; le regole che privilegiano
il “primo arrivato”, infatti, potrebbero forse essere giustificate in un consolidato assetto
bipolare dell’opinione pubblica, ma non è questo il caso della società italiana.
Nell’attuale contesto la legge elettorale vigente può condurre ad una sproporzione anche
macroscopica tra le percentuali dei voti ricevuti dalle varie liste elettorali ed i seggi assegnati
alle stesse, con la conseguenza che forze rappresentative di parti consistenti dell’opinione
pubblica nazionale possono rimanere prive di un’adeguata rappresentanza in Parlamento
o rimanerne senz’altro escluse; in questo scenario viene inoltre compromessa la
libera espressione del voto, che viene influenzato dal timore della dispersione.
In ipotesi estrema, ma non irrealistica, l’attuale legge elettorale potrebbe addirittura consentire
ad una forza politica od una coalizione elettorale di avere in Parlamento una maggioranza
sufficiente alla revisione della Costituzione, senza che debba aver luogo un referendum
confermativo, anche nel caso in cui tali forze rappresentino a stento la maggioranza
assoluta degli elettori; cosa che rappresenterebbe un vulnus gravissimo non solo alla
rappresentatività del Parlamento ma anche alla stessa democrazia.
Altre anomalie della legge elettorale italiana sono:
- la possibilità che un candidato si presenti in più collegi elettorali, attualmente fino a cinque;
- l’assegnazione dei seggi sulla base della posizione di lista dei candidati, senza che gli
elettori possano esprimere preferenze individuali per singoli candidati.
Anche questo contribuisce a falsare la corretta rappresentazione del voto espresso da ciascun
elettore, al quale non è consentito di votare specificamente per il candidato che abbia
magari determinato la sua scelta elettorale e/o può vedere attribuito alla fine il proprio voto
ad un candidato diverso.
Si chiede quindi che le vigenti leggi elettorali vengano modificate nel rispetto del criterio di
proporzionalità ed in modo tale che esse garantiscano al massimo l’effetto proiettivo dei
voti espressi; in particolare, è necessario che:
- vengano aboliti i collegi uninominali;
- venga eliminata la previsione di coalizioni elettorali;
- venga escluso ogni premio di maggioranza;
- venga eliminata la possibilità che un candidato si presenti in più collegi;
- sia prevista in via prioritaria l’assegnazione dei seggi sulla base delle preferenze ricevute
da singoli candidati;
- salvo riserve in favore delle minoranze linguistiche, nessuna lista possa ottenere un minor
numero di seggi rispetto ad una qualsiasi altra lista che abbia ottenuto un minor numero
di voti.

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