mercoledì 16 ottobre 2019

Le donne e la politica nella concezione di Don Luigi Sturzo

di Valeria Frezza

Don Luigi Sturzo afferma che gli interessi personali e le avidità individuali, molto spesso, spingono gli uomini alla lotta politica, e pur di non perdere la meta raggiunta, queste persone, sono pronte a dei compromessi con la propria coscienza, a fare marcia indietro sulle proprie idee, a servirsi e a non servire. 
La differenza tra democrazia ed autoritarismo, tra progresso e arretratezza, è determinato dalla negazione o dall'affermazione dei diritti delle donne, dalla presenza o dall'assenza delle donne nella scena politica. La parità è stata sempre ritenuta un principio fondamentale.
La Chiesa di Papa Francesco riafferma l'impegno ad abbattere ogni forma di sopruso e di dominio, dall'atteggiamento stesso di Cristo, che superando i canoni del suo tempo, ebbe un atteggiamento di apertura, di rispetto, di accoglienza e di tenerezza. 
Il Papa sostiene che è urgente ottenere l'uguaglianza dei diritti della persona. La donna e l'uomo sono tra loro complementari. 
E' fondamentale, nella vita e nella politica, la collaborazione, la partecipazione, la condivisione.
La politica non deve essere espressione di un pensiero maschile o femminile, ma deve essere l'espressione di un pensiero comune.
Nilde Iotti, 40 anni fa, divenne presidente della Camera. Oggi, in Italia, non c'è stata ancora una donna che ha avuto il ruolo di premier al governo. 
"Comprendere la mia emozione, vivo in modo quasi emblematico questo momento, avvertendo un significato che supera la mia persona e investe milioni di donne, che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci, si sono aperte la strada verso la loro emancipazione" [Cit. Nilde Iotti]

1 commento:

  1. Grazie della tua riflessione. Io penso che il riconoscimento delle differenze sia alla base della creazione di qualunque gruppo umano che voglia diventare un amalgama positivo, un lievito che faccia crescere la pasta della società.
    L'uguaglianza dei diritti (e dei doveri!) non solo non deve prescindere dalle differenze, ma deve trovare in esse la propria base la sua ragione di essere.
    Da cristiano, ritengo che ciò che ci rende tutti uguali è il fatto che siamo tutte creature di Dio, tutti uguali davanti a lui, tutti peccatori ma tutti salvati nella fede in Gesù, per la sua grazia (Romani 3,23).
    Ciò che ci rende, invece, diversi è il fatto che Dio ci ha creato unici, e ad ognuno ha dato un compito specifico, anche in base al sesso.
    Riconoscere che una donna è diversa da un uomo significa riconoscerla portatrice di doni indispensabili per la società e per l'umanità. E lo stesso si deve dire dell'uomo.
    Per questo non ci può essere una politica che serva al bene comune e non riconosca le differenze: come dice il Papa uomini e donne sono complementari e se manca l'apporto di uno dei due, ognI cosa nascerà monca e inutile.

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