martedì 22 ottobre 2019

L’evoluzione del sistema scolastico italiano

di Stefano 


Il sistema scolastico italiano è stato oggetto di numerose riforme. Vediamo di seguito alcune tra le più importanti.
La legge Casati (1860) affidò la gestione della scuola pubblica allo stato, l’istruzione elementare divenne gratuita ed obbligatoria per i primi due anni. L’istruzione secondaria era soltanto classica e tecnica e si poteva accedere all’università solo con la classica. La legge Coppino (1877) portò l’istruzione elementare a 5 anni.
Nei primi anni del 1900, Maria Montessori, pedagogista e ideatrice delle “Case dei bambini” ,esportò il proprio Metodo in tutto il mondo. Fu abile sostenitrice delle battaglie per l’emancipazione femminile, per il riconoscimento delle persone con deficit, dei poveri e dei sfruttati.
La legge Orlando (1904) elevò l’obbligo scolastico a 12 anni. La legge Daneo-Credaro (1911) affidò le scuole elementari allo stato, fino a quel momento gestiti dal Comune. Nel 1923 ci fu la Riforma Gentile che introdusse la scuola materna di 3 anni, la scuola elementare di 5 anni, la scuola media di 3 anni e scuola media superiore. Tale riforma sancì l’obbligatorietà scolastica fino a 14 anni.
Negli anni ‘50, la scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani, aveva come scopo quella di costituire un’istituzione inclusiva, democratica, con il fine non di selezionare ma di far arrivare tutti gli alunni con un insegnamento personalizzato, garantendo l’uguaglianza.
I cambiamenti della scuola italiana fino al 1997: abolizione della scuola di avviamento professionale con una riforma che prevedeva una unica tipologia di scuola media che permetteva l’accesso a tutti gli istituti superiori; l’accesso alla università per qualunque istituto superiore, introduzione dei rappresentanti degli studenti delle scuole superiori, del personale ATA e dei genitori. Introduzione dei docenti di sostegno nelle classi con studenti diversamente abili (1977). Nel 1997 Luigi Berlinguer riformò l’esame di maturità (3 prove scritte ed un colloquio con commissione metà interna e metà esterna), promuove la formazione della personalità di ogni studente favorendo la conoscenza ed una attività positiva all’apprendimento, i valori della convivenza civile e democratica.
La riforma Moratti del 2003 portò la scuola dell’infanzia a 28 mesi, introdusse l’inglese e il computer nella scuola primaria, furono ridotte le ore della seconda lingua e fu introdotta l’alternanza scuola – lavoro. La riforma Gelmini 2008 ripristina il maestro unico, il voto in condotta e i voti in decimi. La Buona Scuola (2015) incrementò i poteri dei dirigenti scolastici, visti come “leader educativi”, alternanza scuola – lavoro divenne obbligatoria, la formazione dei docenti divenne obbligatoria, permanente e strutturale.
Tutte le componenti citate sopra sono ancora presenti nel sistema scolastico, ma le ultime riforme hanno da un lato cambiato il paradigma della scuola e dall’altra ha introdotto dei profili di incostituzionalità per quanto riguarda l’uguaglianza, il diritto al lavoro e l’imparzialità dell’agire amministrativo. Condizionano la libertà di insegnamento poiché possono costituire una forma di pressione ed adeguamento alla volontà del dirigente scolastico, attribuendo un maquillage di tipo autoritario alla scuola. La riforma stabilisce che le scuole possano ricevere fondi da privati discriminando le scuole e gli alunni con bisogni educativi speciali o disabilità.

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