Roselyne Hamel lega la passione di Cristo alla morte del fratello: padre Jacques Hamel, il sacerdote assassinato da due estremisti islamici mentre celebrava la messa (ucciso il 26 luglio 2016 a 85 anni nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, a Rouen in Normandia).
Roselyne ricorda di essere corsa in chiesa al momento della morte del fratello, ne ricorda il grande dolore e il vuoto lasciato ma anche i doni che sono sbocciati dal suo martirio e ne parla ai giovani e nelle scuole.
La donna ha incontrato la madre di uno dei due terroristi: “abbiamo dato una testimonianza di riconciliazione e di pace”. “Con il suo martirio mio fratello ha opposto le forze del bene che aveva fatto e che aveva nel suo cuore di sacerdote. Nella sua testimonianza c’è il male che non ha l’ultima parola, mentre il suo amore per Cristo è stato più forte ed è diventato simbolo della forza del Signore che vince”.
I jihadisti generalmente scelgono attacchi simbolici che colpiscono la Francia nei valori repubblicani di libertà, uguaglianza e fraternità, come per esempio l’attentato a Nizza il 14 luglio 2016 sulla Promenade des Anglais e gli attentati di Parigi avvenuti tra il 2015 e il 2017).
La notizia della presa in ostaggio dei fedeli in Chiesa e l’uccisione di padre Hamel fanno subito il giro del mondo e il presidente Hollande dice: “Uccidere un prete significa profanare la Repubblica che garantisce la libertà di coscienza. Significa seminare la paura; perchè quel che vogliono i terroristi è dividerci, separarci. Tutti i francesi, indipendentemente dalla loro confessione e dalle loro “convinzioni, si sentono feriti nel più profondo”.
I gruppi terroristici, per galvanizzare le masse dei giovani, hanno bisogno di sentirsi rifiutati ed esclusi dai non musulmani e cercano di suscitare reazioni di rabbia, di odio e di guerra e scontro tra religioni e civiltà.
Anche le donne sono partite dall’Europa per unirsi allo Stato Islamico (conosciuto anche come Isis) sedotte dalle loro promesse. I fattori di vulnerabilità che hanno predisposto queste donne al fascino del mondo dell’Isis riguardano motivazioni religiose-ideologiche, socio-politiche e personali, che le hanno guidate a compiere l’hijra («emigrazione»). L’Isis ha dato risposte per così dire «oggettive» a più esigenze, che sono diventate prospettive di vita. È stato acquisito come ulteriore fonte di senso per la costruzione identitaria da musulmane, accumunate dalla fragile identificazione con sistemi tradizionali.
Questa però non è la logica secondo la quale vuole reagire la chiesa che può avvalersi solo delle armi della preghiera e della fratellanza, come aveva fatto padre Hamel che aveva incontrato la comunità musulmana, la cui moschea si trovava dietro la Chiesa.
“Padre Jacques Hamel è stato sgozzato mentre celebrava il sacrificio della Croce di Cristo. Un uomo buono, mite e di fratellanza, che sempre cercava di fare la pace; dobbiamo pregare padre Jacques perchè è un martire, e i martiri sono beati” (papa Francesco). L’arcivescovo di Rouen ha aperto il processo di beatificazione ad aprile 2017.
Il breviario è conservato nella Basilica di San Bartolomeo all’isola, santuario dei nuovi martiri del XX e del XXI secolo a Roma.
Fonti: Agensir, Jan De Volder Martire vita e morte di padre Jacques Hamel, sanbartolomeo.org (sito web)
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