di Armando Dicone & Stefano Colagrossi
Qualcuno dei nostri amici ci potrebbe accusare di aver scelto un titolo forte.
Siamo sempre stati moderati nei toni e nel linguaggio, tranne quando qualcuno considera il nostro voto non “utile”. Perchè il nostro voto dovrebbe essere inferiore o non considerato rispetto al altri? La Costituzione non tutela tutti gli individui?
Sono decenni che i promotori della cosiddetta “seconda Repubblica” si inventano sistemi elettorali per escludere il voto dei centristi. Per loro conta solo lo scontro sinistra-destra, o di qua o di là. Un sistema voluto e studiato non per governare, ma per l’autoconservazione della sedicente classe dirigente.
L’ultimo episodio raccapricciante è emerso dal voto in Sardegna: 63.100 cittadini, che hanno scelto la coalizione Soru, sono senza rappresentanza in consiglio regionale. Una legge elettorale con soglia al 10% (per le coalizioni) è assolutamente contraria alle regole democratiche. Perché dobbiamo essere costretti a votare per la coalizione di destra o di sinistra?
Perché il nostro voto è utile solo se “porta acqua” al vostro finto mulino sapendo a priori che le nostre istanze non saranno prese in considerazione?
Domande che spingono tanti elettori a non recarsi alle urne, vedi il voto in Abruzzo.
Stessa dinamica che accade alle elezioni politiche. Il voto per una lista di centro vale meno di un voto dato ad una lista collegata alle coalizioni di destra e sinistra.
Chiedono “pieni poteri” con il 25% delle preferenze, vota un italiano su due, ma loro si dichiarano vincitori.
Per coprire la sempre più crescente disaffezione verso le urne (con l’astensione che in ogni tornata elettorale raggiunge la metà dei votanti) si sceglie il premierato e non la riconquista degli elettori. Premierato che azzera l’ampia e ricca cultura politica italiana per un noi contro loro e che accresce lo scontro sociale invece che valorizzarlo e rappacificarlo. Riforma che, per colmare la mancanza di sostegno degli elettori, tenterà di accentrare più poteri possibili tra il sempre meno entusiasmo degli elettori.
Tutto questo non è un regime?
Questo sistema bloccato si manifesta quotidianamente anche nei media, infatti, ogni giorno i protagonisti della “politica tribale” vanno in scena nei talk show.
Uno scontro perenne che si ripercuote anche nelle Istituzioni.
L’analfabetismo istituzionale tira per la giacchetta perfino il Presidente della Repubblica, costretto a ricordare a tutti i protagonisti politici e dell’informazione che: "Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa. È quell'atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il Presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità”. Sergio Mattarella, 6 marzo 2024.
Questo sistema non funziona, superiamolo o il declino non si fermerà.
Grazie per l’attenzione.
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