lunedì 15 gennaio 2024

Perché l'Italia ha bisogno del nucleare

di Massimiliano Panni

La produzione di energia è la principale causa di produzione di inquinamento atmosferico. Gli obiettivi climatici che negli ultimi decenni sono diventati sempre più impellenti a causa della gravità e dell'evidenza antropologica dei cambiamenti ambientali mi porta a fare una riflessione. L'obiettivo datato 2030 che prevede la diminuzione di gas fossile del 55% rispetto ai livelli del 1990, oggi a 2024 iniziato, sembra un' utopia. Siamo arrivati circa al 30% ma solo considerando l'anno della pandemia (in cui evidentemente si consumo di meno viste le migliaia di aziende chiuse) mentre considerando il 2019 saremo alla riduzione rispetto al 1990 di poco più del 20%. Oggi l'Italia produce circa il 20% della sua energia da fonti rinnovabili. A primo impatto potrebbe anche sembrare che siamo sulla buona strada, ma andiamo più a fondo. l'Italia negli ultimi 14 anni (dal 2010 ad oggi) ha aumentato la sua produzione di energia da fonti rinnovabili appena del 6% sul totale dei consumi finali. Sarebbe fin troppo ottimistico e forse sciocco aspettarsi un picco improvviso da qui al 2030. In termini di potenza assoluta nello stesso periodo l'Italia non è riuscita nemmeno a potenziarsi (come sarebbe stato previsto dal "Green Deal" europeo) in quantità di energia rinnovabile prodotta. Se sul lato eolico un aumento di produzione negli ultimi anni c'è stato (+3Gw) il lato fotovoltaico lascia drammaticamente a desiderare; negli ultimi anni si è più che dimezzata la produzione se prendiamo gli ultimi dati al 2021(19 Gw nel 2010 e circa 7 nel 2021). Oggi il fotovoltaico è tornato a crescere circa del 10%, ancora pochissimo anche solo per recuperare la strada persa. (1* indagine Deutsche Welle) Faccio presente inoltre che oltre una certa quantità di energia prodotta da rinnovabili non si potrà praticamente andare; se per gli edifici residenziali e uffici pannelli ed eolico possono bastare, per alimentare grandi aziende (acciaierie, cementifici, fabbriche) e grandi infrastrutture come la rete ferroviaria non possono fisicamente bastare. La potenza richiesta da queste strutture è esageratamente grande per essere prodotta da fonti con così bassa densità energetica. Per avere un metro di paragone se si volesse fare andare tutta l'Italia a rinnovabili si dovrebbe ricoprire una superficie grande quanto una piccola regione italiana di pannelli solari. Con una veloce riflessione sulla quantità di batterie che servirebbero per le ore notturne e non ventose e la montagna di manutenzione per un parco grande quanto una regione italiana appare chiaro l'insensatezza di tutto ciò. Infatti a fronte di miliardi spesi in sussidi e finanziamenti pubblici l'Italia è oggi nella condizione di dover moltiplicare per quattro la velocità di produzione di parchi eolici e per sette (7!) quella di produzione di parchi fotovoltaici se volesse restare nei termini dell'accordo. ( 2* Secondo il Renowable report 2022 dell’energy & Strategy Group del Politecnico di Milano). Non mi dilungo sulla impossibilità di raggiungere queste cifre, evidentemente irraggiungibili a causa del poco fatto nello scorso periodo, ma propongo l'alternativa. Analizzata la situazione attuale italiana viene spontaneo chiedersi come possiamo rispettare gli impegni presi al 2030: probabilmente non potremo. Ecco perché ritengo che continuare a non considerare il nucleare attuale una possibile soluzione sia miope. L'energia nucleare di terza generazione avanzata si collocherebbe perfettamente nel piano energetico italiano. Di fatto per sostituire le fonti fossili in un paese che ha un grande consumo energetico necessitiamo di una fonte di energia costante e ovviamente a basso o nullo impatto ambientale. Nessuna fonte rinnovabile (se non il geotermico ma questo presenta altri notevoli problemi) soddisfa questi requisiti ma il nucleare si. Una nazione grande come l'Italia ha bisogno costantemente di energia (base load) e di coprire i picchi di richiesta quando si presentano. Ecco che in un mix rinnovabili+nucleare questi lavorerebbero in sintonia, compensando uno le mancanze dell'altro e potendo quindi fare a meno per la produzione di energia di fonti fossili. La stabilità di questo sistema permetterebbe sul lungo termine, una volta completato il parco reattori, di abbassare notevolmente le bollette. Mai come in questi anni pare la sicurezza energetica essere uno degli obiettivi più seri da seguire anche in questa ottica. È vero che il nucleare non sempre è veloce, economico e generalmente non è ben voluto dalla popolazione per motivazioni ideologiche o per paura, penso quindi che sarebbe necessaria un'opera di sensibilizzazione in ottica di poter implementare questa fonte nel più breve tempo possibile. Difficilmente otterremo gli obiettivi prefissati al 2030 ma abbiamo ancora molto tempo per raggiungere quelli datati 2050, se si considera ogni opzione . Il ritorno del nucleare in Italia sarà un tema che porteremo avanti qui su Forum al Centro perché siamo sicuri che sia necessario per continuare uno sviluppo della nostra nazione sostenibile, equo e carbon free. 

Fonti 
1*   https://www.openpolis.it/lavanzamento-dellitalia-rispetto-agli-obiettivi-del-green-deal/ 

2* https://www.energyup.tech/sostenibilita/energie-rinnovabili-quali-sono-vantaggi-e-stato-dellarte-in-italia-e-nel-mondo/

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