La parità tra donne e uomini è uno dei principi fondanti dell'Unione europea. Negli ultimi decenni l'UE ha compiuto notevoli progressi per quanto riguarda la parità di genere. Tuttavia le disparità persistono e nel mercato del lavoro le donne continuano a essere sovrarappresentate nei settori peggio retribuiti e sottorappresentate nei livelli decisionali.
L'azione dell'UE a favore della parità di genere è integrata in vari settori politici e mira a garantire pari diritti, quali l'uguaglianza nel processo decisionale, l'eliminazione della violenza di genere e del divario retributivo di genere.
di Valeria Frezza
Nell'Unione europea (UE-27) le donne guadagnano in media il 16% in meno rispetto agli uomini, con differenze significative tra i vari paesi e adotta varie leggi, come quella sul diritto all'equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Le disuguaglianze di genere nell'istruzione persistono, ad esempio in termini di preferenze di studio. Le donne hanno maggiori probabilità di avere un diploma di istruzione superiore, ma continuano a essere sovrarappresentate in settori di studio legati a ruoli femminili tradizionali, come quelli connessi all'assistenza, e sottorappresentate in quelli della scienza e dell'ingegneria.
Il 33% delle donne nell'UE ha subito violenze fisiche e/o sessuali.
L'UE mira a combattere la violenza di genere attraverso la legislazione e le misure pratiche sui diritti delle vittime in linea con la convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Infine, le donne sono meno rappresentate nelle posizioni direttive in diversi settori: politica, economia, scienza e ricerca. Solo il 7,5% dei presidenti dei consigli di amministrazione e il 7,7% degli amministratori delegati sono donne.
I cittadini dell'UE hanno a disposizione molti modi per combattere la disuguaglianza di genere. Individuare il problema è il primo passo e di chiedere aiuto il secondo.
Fonte: Europa.eu
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