Di Leonardo Gaddini.
La Svezia è storicamente conosciuta in tutto il mondo per avere un'economia sociale di mercato, una Democrazia parlamentare stabile e sul consenso sociale. Il Paese ha sempre vantato un'assistenza sanitaria e un'istruzione di prim'ordine, una società dove spicca l'uguaglianza sia sociale che di genere. Aveva bassi tassi di criminalità e pochi conflitti etnici. Ma la maggior parte di questi elementi è stata trasformata in modo irriconoscibile e la Svezia che conoscevamo e che guardavamo con ammirazione rischia di implodere.
Oggi la Svezia, infatti, detiene il più alto tasso di omicidi tra bande in Europa e criminali, con l'età media più bassa, ad aver commesso crimini gravi, con addirittura ragazzi nella loro prima adolescenza arrestati per omicidio. Segmenti crescenti delle periferie nelle grandi città sono ufficialmente classificati dal Governo come: "aree particolarmente vulnerabili", dove è difficile, al limite dell'impossibile per la polizia operare. In termini semplici, queste sono zone dove non è possibile per i cittadini circolare perché i clan locali governano e dove persino i medici, per prestare soccorso, devono indossare giubbotti antiproiettile ed essere scortati della polizia. Secondo la polizia svedese, circa 62.000 persone sono attive o hanno legami con reti criminali. Per questi motivi recentemente il Governo ha chiesto ai militari di assistere la polizia, per la prima volta nella storia del Paese.
La Svezia poi ha anche uno dei tassi di mortalità pro-capite dovuti ad armi da fuoco più alti tra tutti i Paesi europei (dati UNODC). Dal 2013 il numero di sparatorie mortali nel Paese è più che raddoppiato, secondo le statistiche ufficiali, e i crimini legati alla droga e alle armi da fuoco sono aumentati costantemente dall'inizio degli anni 2000. Gran parte della violenza ha avuto luogo nelle città più grandi: Stoccolma (dove il tasso di omicidi con armi da fuoco era circa 30 volte quello di Londra su base pro-capite nel 2022), Göteborg, Malmö e Uppsala, ma recentemente i disordini si sono estesi anche alle città più piccole. Negli ultimi anni il Paese ha superato Bosnia-Erzegovina, Croazia e Serbia in termini di decessi ogni 100.000 abitanti, mentre nel 2010 occupava solo il 14° posto. Secondo il Consiglio Nazionale svedese per la Prevenzione alla Criminalità, i giovani e i bambini vengono sempre più reclutati dalle gang. In media sospettati di crimini come l'omicidio o aggressioni stanno diventando sempre più giovani. Nel 2022, i giovani di età compresa tra 15 e 20 anni rappresentano il 29,7% di tutti gli indagati per tali reati. La stessa tendenza è ancora più marcata quando si parla di reati commessi con armi da fuoco dove ben il 45,1% degli indagati per omicidio correlato alle armi da fuoco ha un'età compresa tra i 15 e i 20 anni.
Il Governatore della Banca di Svezia, Erik Thedeen, ha dichiarato che il crescente problema delle sparatorie e degli attentati è così grave che rischia di danneggiare la crescita economica a lungo termine del Paese. Il deterioramento della sicurezza, infatti, sta spingendo i cittadini svedesi con capacità imprenditoriali a lasciare il Paese e sta diventando sempre più difficile per l'industria reclutare talenti di alto livello dall'estero. Thedeen nota anche che una delle più grandi risorse svedesi durante gli anni del boom economico era un forte sentimento di fiducia, sia tra le persone che nei confronti dell'autorità, ma oggi questo è ormai sparito a causa della violenza delle gang. Questi problemi sono amplificati poi dal deterioramento della qualità dell'istruzione dovuta ai crescenti disordini tra studenti di diverse etnie, che spesso sfociano in atti di violenza vera e propria nelle scuole e, per un Paese che si è sempre focalizzato sull'istruzione e sulla conoscenza, questo è davvero grave.
La causa principale della crisi è una combinazione esplosiva tra una politica migratoria aperta, senza troppe limitazioni per chi può trasferirsi nel Paese e l'assenza di politiche per aiutare i nuovi arrivatia integrarsi nella società svedese. Il numero di immigrati in Svezia ha raggiunto il massimo storico nel 2016, ma ha avuto per molto tempo livelli elevati. Si prevede che l'immigrazione rimarrà nel lungo termine sopra i 100.000 arrivi all'anno, una cifra molto alta visto che la nazione scandinava ha una popolazione di 10,61 milioni di persone. La conseguenza è stata l'emergere di quartieri in cui quasi tutti i residenti sono immigrati, dove i tassi di disoccupazione sono molto alti e dove i figli degli immigrati vanno a scuole in cui nessun altro bambino è svedese (a volte nemmeno gli insegnanti). Ciò ha rappresentato una sorta di "incubatore" per la criminalità, poiché le gang prendono il sopravvento dove lo Stato fallisce.
Secondo le statistiche ufficiali del Governo, il numero di residenti nati all'estero in Svezia è aumentato drasticamente negli ultimi due decenni. Su una popolazione di 10,61 milioni nel 2022, un totale di 2,14 milioni di persone erano registrate come nati all'estero, più del doppio del numero nel 2000. Ciò equivale a poco più del 20%. Se si utilizza una definizione più ampia, per includere coloro che sono nati in Svezia con due genitori nati all'estero, il numero sale al 26% e la quota di residenti nati all'estero è destinata ad aumentare per ragioni demografiche. Poiché la popolazione nata all'estero ha un'età media inferiore a quella della popolazione svedese, è destinata ad avere un tasso di crescita più elevato. Tra i residenti di età compresa tra 25 e 34 anni, 1/3 ha attualmente un background straniero e tra quelli di età compresa tra 35 e 44 anni, è il 38%.
Come già detto in precedenza è vero che la Svezia ha sempre avuto alti livelli di immigrazione, ma in passato erano quasi tutti provenienti da Paesi europei, culturalmente simili e ben istruiti, persone che quindi era facile introdurre con successo nel tessuto sociale svedese, invece dai primi anni 2000 sono aumentati significativamente gli immigrati provenienti da Paesi con grandi differenze culturali (a volte anche analfabeti) sicuramente più difficili da integrare. L'ordinamento giuridico svedese, tra l'altro, permette di ottenere la cittadinanza con facilità e spesso questo ha fatto sì che persone che non si sentono Svedesi e che non condividono i valori occidentali, abbiano preso la cittadinanza solo per poter rimanere nel Paese europeo e godere del welfare. Questa prassi a lungo andare rischia di creare dei problemi, infatti, per esempio, nel 2019 un gruppo con legami con i "Lupi Grigi" (un movimento turco estremista e violento) ha fondato il Partito politico "Nyans", (che si traduce in "Nuance") che chiede l'istaurazione di un sistema legale diviso, in cui la legge della Shari'a si applichi ai cittadini musulmani, in generale i risultati elettorali ottenuti finora sono molto modesti, ma il suo consenso nei quartieri periferici delle grandi città è in crescita.
Tino Sanandaji, un economista di origine curda divenuto uno dei principali critici delle politiche migratorie svedesi, scrive che: “i nati all’estero rappresentano il 53% degli individui condannati con pene detentive di lunga durata, il 58% dei disoccupati, e riceve il 65% delle spese di assistenza sociale, il 77% della povertà infantile svedese è presente in famiglie di origine straniera, mentre il 90% dei sospettati di sparatorie pubbliche sono immigrati di seconda o terza generazione". La Svezia ha chiesto troppo a se stessa, nel 2016, il Paese ha speso la cifra sorprendente di $6 miliardi per i rifugiati, più del 5% del suo bilancio totale. Oggi gli svedesi hanno imparato che anche lo Stato più benevolo e prospero ha i suoi limiti.
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