Di Leonardo Gaddini.
Era il 29 Dicembre 2008 quando la "Grande Alleanza" riuscì a vincere le elezioni generali in Bangladesh, interrompendo così il Governo di Begum Khaleda Zia e del suo "Partito Nazionalista", che è stata alla guida del Paese del Sud-Est asiatico per 10 anni. Dal quel momento la carica di Primo Ministro fu ricoperta, ininterrottamente, da Sheikh Hasina Wazed, che aveva già governato (con risultati molto modesti) dal 1996 al 2001. Questa vittoria fu possibile perché Hasina riuscì a riunire sotto la sua guida ben 11 Partiti politici provenienti da storie e ideologie molto diverse tra loro. Hasina riuscì per la prima volta a unire: Partiti di Sinistra (storicamente all'opposizione dei nazionalisti di Zia) come il "Partito Nazional Socialista", i Partiti islamici come la "Lega del Popolo" (il Partito della stessa Hasina) e anche populisti nostalgici della vecchia dittatura militare degli anni '80 come il "Partito Nazionale". Questa unione permise di evitare la dispersione dei voti dell'elettorato critico dell'allora Governo Zia e ciò fu fondamentale per la vittoria, visto il sistema elettorale del Paese prevede l'uninominale puro. Questa grande e diversificata coalizione ha governato in Bangladesh fino a poche settimane fa. Durante questo lungo periodo ha portato avanti politiche autoritarie che hanno danneggiato la già fragile e giovane Democrazia bangladese.
In quegli anni, infatti, il suo Governo si è caratterizzato per aver più volte represso con la forza diverse manifestazioni, in diverse circostanze alcuni contestatori hanno perso la vita a causa dei mezzi violenti usati da parte delle forze di sicurezza e diversi oppositori sono stati rapiti e torturati o mandati in carcere dopo processi farsa. Contro Hasina sono state mosse diverse accuse gravi sia di
corruzione (molte infrastrutture create durante i suoi mandati sono state costruite da magnati vicini al suo Partito), che di numerosi
brogli elettorali, da diversi anni ormai i Partiti d'opposizione boicottano le elezioni e i più importanti
mass-media del Paese furono da lei affidati a persone fedeli al Governo. Questa situazione si è poi aggravata nel tempo, soprattutto dopo che diverse organizzazioni terroristiche
islamiste hanno realizzato attentati in diverse zone del Paese, provocando molti morti e feriti. Da allora la repressione contro il dissenso, da parte delle autorità, è aumentata vertiginosamente.
L'organizzazione internazionale "Human Rights Watch" ha infatti più volte denunciato intimidazioni e violenze contro le opposizioni. Per placare il malcontento popolare, Hasina ha introdotto tutta una serie di bonus e ha portato avanti politiche espansive, come lo "schema pensionistico universale" che avrebbe garantito un sostegno economico a tutti i bangladesi (inclusi quelli residenti all'estero) tra i 18 e i 60 anni. Queste politiche demagogiche hanno fatto aumentare il debito pubblico del 282% in più rispetto a soli 10 anni prima. Con lo scoppio della pandemia di Covid19 e la successiva recessione economica globale, il settore bancario del Paese è entrato in una crisi senza precedenti, costringendo il Governo a chiedere numerosi prestiti al FMI per evitare il default. In politica estera il suo Governo è stato molto vicino all'India (suo più importante partner commerciale), ma negli ultimi anni era diventato un alleato stabile della Cina, facendo entrare il Paese nella "Via della Seta" e diventando sempre più anti-occidentale.
In questo contesto così complesso, il 10 Dicembre 2022, iniziarono delle proteste forti e molto partecipate contro di lei e il suo Governo. Il malcontento popolare è esploso a causa dell'inflazione che ha prodotto un notevole aumento dei prezzi di molti prodotti (soprattutto delle materie prime e dei beni di prima necessità) e la svalutazione della moneta, che ha ridotto sull'astrico molte persone. Vista la pessima situazione economica e lo stato indecente del bilancio pubblico, il Governo, nel Giugno scorso, ha deciso di abrogare il cosiddetto "sistema delle quote nel Servizio Civile" che era in vigore dal 2018. Questa legge prevedeva delle quote per le assunzioni nella Pubblica Amministrazione (Civil Service) del Paese. Queste quote facevano sì che gli aderenti a determinate categorie previste dalla stessa legge, come per esempio: i parenti dei combattenti per l'indipendenza del Paese dal Pakistan, portatori di handicap, gli appartenenti a minoranze religiose, etniche, ecc... avevano il diritto a essere assunti nella PA e di ricevere stipendi più alti e trattamenti migliori. Questa legge, che inizialmente era stata pensata per aiutare le fasce più emarginate della popolazione, aveva però portato a un aumento incontrollato delle assunzioni nella PA e quindi, anche a un aumento dei costi che ora lo Stato, data la difficile situazione economica, non poteva più permettersi. Questa mossa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Gruppi sempre più numerosi di studenti universitari hanno iniziato a protestare vivacemente per chiedere un'equa riforma del sistema delle quote e le dimissioni del Governo e nuove elezioni (stavolta veramente libere). Gli studenti hanno creato il "Movimento Studentesco Anti-Discriminazione" e hanno iniziato a mobilitare tutti i giovani attraverso i Social-Network, dando così man forte ai Partiti d'opposizione. Il Governo ha rifiutato sonoramente qualsiasi richiesta dei manifestanti e ha cercato di reprimere le proteste con la forza. In più casi gli agenti di sicurezza hanno sparato proiettili contro gli studenti. L'UNHCR ha stimato che a causa delle violenze delle forze di polizia più di 650 manifestanti hanno perso la vita e più di 20.000 sono state ferite. Questo comportamento barbaro delle autorità, unito agli insulti che la Prima Ministra Hasina ha lanciato agli studenti (li ha paragonati ai "Razakars" un gruppo armato che combatté con il Pakistan contro l'indipendenza del Bangladesh), ha fatto esplodere la rabbia popolare. Prima gli insegnanti si sono uniti agli studenti occupando le scuole e le università e resistendo agli attacchi violenti dei militanti della "Lega Chhatra" (il Movimento studentesco vicino alla Lega del Popolo) che cercavano di intimidirli per farli arrendere (anche ricorrendo all'uso di coltelli). Poi anche i sindacati si sono uniti agli studenti e hanno dichiarato uno sciopero nazionale fino alle dimissioni del Governo.
A quel punto studenti, sindacati e le forze dell'opposizione si sono uniti è hanno creato il "Movimento di Non Cooperazione" per coordinare le azioni da mettere in atto contro l'esecutivo e, sfidando il coprifuoco indetto dal Governo, hanno dato avvio alla "lunga marcia verso Dhaka" e il 5 Agosto 2024, dopo mesi di lotte e sofferenze, una marea umana di circa 5 milioni di persone si è recata sotto il palazzo del Governo nella capitale e lo ha assaltato. Capendo che ormai tutto era perduto il Governo si è dimesso e Hasina è fuggita in (auto)esilio in India (dove si trova tutt'ora). I manifestanti hanno vinto, allora il Presidente della Repubblica, Mohammed Shahabuddin ha sciolto il Parlamento e ha nominato un nuovo Governo ad interim (tecnico) guidato da Muhammad Yunus, l'inventore del sistema di microcredito, per gestire la grave crisi e provare a riappacificare il Paese in vista delle future elezioni.
Il nuovo Governo ha, fin da subito, creato un fondo di solidarietà per i manifestanti feriti e le famiglie di quelli rimasti uccisi e ha avviato dei procedimenti penali contro gli esponenti di spicco della Lega del Popolo (molti dei quali sono già in arresto in carceri di massima sicurezza), dell'ex-Governo (tra cui la stessa Hasina, accusata di corruzione, riciclaggio, abuso di potere e omicidio) e dei vertici delle forze armate e ha promesso di abrogare tutte le precedenti misure autoritarie e ha liberato tutti i prigionieri politici (tra cui l'ex Prima Ministra Zia, ottantenne da tempo malata e in carcere). Tutto sembrava destinato ad andare a buon fine per il Bangladesh e il suo popolo martoriato da anni di autoritarismo, ma purtroppo non sta andando così.
Dopo la caduta del Governo, gli estremisti islamici sono tornati alla ribalta e hanno approfittato del caos e dell'assenza delle autorità per attaccare violentemente i membri della comunità indù. Case e templi indù sono stati assaltati e dati alle fiamme, i negozi dei commercianti indù vengono frequentemente rapinati e i loro idoli e i simboli religiosi vengono dissacrati e distrutti. Si registra che solo nelle poche ore dopo la fuga di Hasina ci sono stati più di 250 aggressioni in tutto il Paese, a oggi centinaia di persone sono state uccise dagli islamisti. Per sfuggire alle violenze migliaia di indù sono ormai fuggiti dal Paese e hanno cercato rifugio in India, ma il Governo locale non li vuole accogliere nel Paese e li respinge indietro. Negli ultimi giorni però migliaia di persone in tutto il Paese e di diverse religioni: indù, cristiani, buddisti e anche islamici, hanno protestato contro le violenze e le discriminazioni e perché il Bangladesh sia finalmente pacifico, libero e democratico.