Di Leonardo Gaddini.
Il 16 ottobre del 2017 a Bidnija, nel nord dell’isola di Malta, a causa dell’esplosione di una bomba nella sua auto, Daphne Anne Caruana Galizia
è morta all'età di 53 anni. Nell’aprile del 2017, tra le sue varie
inchieste con a oggetto la corruzione e i legami tra malavita e
politica, la giornalista aveva
pubblicato una serie di articoli che accusavano la moglie dell'allora
Primo Ministro maltese, Joseph Muscat di
possedere una società off shore, attraverso la quale avrebbe ricevuto un
milione di dollari dalla figlia del Presidente dell’Azerbaijan, Ilham Aliyev.
Lo
scandalo, da cui poi fu assolto nel luglio 2018, aveva portato alle
dimissioni di Muscat e a elezioni anticipate, che poi il leader
laburista aveva vinto con grande margine. L'inchiesta rientrava nei
reati finanziari contenuti nei cosiddetti
“Panama Papers”.
Nei giorni successivi all’esplosione dell’auto di Caruana Galizia, la polizia di Malta, aiutata nell’indagine dall’FBI, dall’Europol e da uno speciale dipartimento investigativo della Finlandia, aveva arrestato una decina di persone in relazione all’omicidio, tre delle quali: i fratelli George e Alfred Degiorgio e il loro amico Vincent Muscat (omonimo, ma non parente del primo ministro) che sono stati incriminati nel luglio del 2019 per sei diversi reati, tra cui omicidio volontario e possesso e detonazione di esplosivo. Le autorità maltesi hanno ricevuto molte critiche sia dalla famiglia della giornalista che da organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio d’Europa, per non essere riuscite a garantire indagini indipendenti ed efficaci sul caso, e perchè il Governo, nonostante i molti mesi passati dall'omicidio, non aveva ancora aperto un’indagine per trovare il mandante. Alla fine il Governo ha ceduto alle pressioni e finalmente lo scorso settembre ha aperto un'inchiesta affidandola al giudice Michael Malla. Circa un mese dopo le indagini hanno portato all'arrestato di un uomo, il tassista Melvin Theumaso, sospettato di aver fatto da tramite tra il presunto mandante e gli assassini della giornalista. A Theumaso, in cambio di informazioni, era stata concessa l’immunità. E a quel punto è arrivata la svolta.
Lui ha dichiarato che lo scorso 20 novembre, infatti, è stato arrestato Yorgen Fenech, imprenditore maltese che è anche gestore di una centrale elettrica costruita nel 2013 a Malta grazie a una concessione statale che, secondo un'inchiesta di Reuters, è stata ottenuta grazie al pagamento di tangenti. Fenech, poi è soprattutto il capo di 17 Black, una società registrata a Dubai che avrebbe effettuato pagamenti per oltre 1,5 milioni di euro ad altre due società off shore con sede a Panama di proprietà di due membri del governo maltese: Konrad Mizzi, ex Ministro dell’Energia e del Turismo, e Keith Schembri, l'allora capo dello staff del Primo Ministro. Entrambi sono stati interrogati dalla polizia e poi si sono dimessi. Pochi giorni dopo anche l'ex Ministro dell’Economia Chris Cardona si è dimesso per essere stato implicato nelle indagini. Il giorno prima dell'udienza in tribunale però il tassista Theuma è stato ritrovato in fin di vita, in una pozza di sangue, nel suo appartamento. Secondo gli inquirenti, i tagli alla gola e sul torace sono riconducibili a un tentato suicidio, anche se rimangono forti dubbi sulla dinamica.
Tutte queste società sono riconducibili a Chen Chen, un dirigente di Accenture originario di Shangai che ha negoziato degli investimenti in Malta per conto di Shangai Electric Power, una compagnia di produzione energetica controllata dal Governo di Pechino. Gli investimenti maltesi in questione, del valore di 320 milioni di dollari, sono stati descritti da politici cinesi e maltesi come un componente della Belt and Road Initiative, la "Nuova Via della Seta", un immenso canale di investimenti e infrastrutture gestito dal Dragone. Sarebbero serviti per l’acquisizione di una parte di Enemalta, l’unica compagnia energetica dell’isola. Nel 2016 Caruana Galizia aveva identificato il ruolo cruciale di Chen nella negoziazione degli investimenti, il suo nome era comparso tra i documenti di Panama Papers. Ma non è finita. Una delle piste battute da Caruana Galizia prima del suo assassinio era incentrata sulla compravendita di visti di residenza maltesi da parte di facoltosi clienti cinesi, uno dei business più redditizi a Malta. Il pool investigativo ha scoperto un collegamento diretto tra Chen e Mao Haibin, CEO di Shanghai Overseas Chinese Exit-Entry Services, ossia la compagnia cinese che vende in esclusiva i visti di residenza in Cina, Hong Kong e Macao per conto del governo maltese. L’intera investigazione è più complessa e ramificata di quanto descritto finora, coinvolge diversi politici maltesi (di cui alcuni sotto processo) e svariate compagnie dal profilo sospetto. Ma la pista cinese ha aggiunto una nuova dimensione al caso di Daphne Caruana Galizia, gettando luce su un complesso sistema di corruzione internazionale.
Reuters, in un'altra sua inchiesta, ha poi pubblicato alcuni
dettagli della confessione che Vincent Muscat aveva fatto alla polizia
nell’aprile del 2018. Lui ha raccontato che nell’estate del 2017 aveva
accompagnato il suo amico Alfred Degiorgio al Busy Bee, un bar a La Valletta. Pochi minuti dopo Degiorgio era tornato in
macchina e gli aveva comunicato che erano stati incaricati di uccidere
la giornalista Caruana Galizia, in cambio avrebbero ricevuto 150mila
euro, di cui 30mila in anticipo. L’idea iniziale era spararle da lontano
con un fucile e per questo la seguirono per giorni, poi però decisero
di ucciderla facendo saltare in aria l’auto in cui si trovava. Muscat ha
raccontato che usarono una bomba acquistata da criminali maltesi e
fornita dalla mafia italiana (arrivata sull'isola a bordo di un
catamarano partito dalla Sicilia). Dopo l’arresto Fenech ha ottenuto di
essere rilasciato su cauzione,
ma nella serata del 30 novembre è stato accusato formalmente di essere
stato complice dell’omicidio di Caruana Galizia, in quanto l’avrebbe
organizzato e finanziato pagando gli esecutori materiali, oltre che di
essere membro di un’organizzazione criminale. Fenech si è dichiarato non
colpevole e ha accusato direttamente l’ex capo dello staff del Primo
Ministro, Schembri.
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