lunedì 8 marzo 2021

Riflessioni sull'8 Marzo. #DonnealCentro #ForumalCentro

 di Erminia Mazzoni

“Questo #8Marzo non può essere trattato come tutti gli altri con mimose gialle e promesse “rosa”.

Con la Pandemia la donna è stata vittima più di altri e più di sempre L#UE lo sa e ha per questo affidato #Resilienza e #Ripresa a #Donne e #Giovani. L’Italia non ancora il #Pnrr non investe risorse in azioni mirate, sceglie invece un pio auspicio di trasversalità. Cambiamolo!”

“La sfida della Ripresa e della Resilienza è Donna.

Gli articoli 2 e 8 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea -TFUE - dispongono che “nelle sue azioni l'Unione mira ad eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità, tra uomini e donne.”. L'integrazione della dimensione di genere, ivi compreso il bilancio di genere, dovrebbe pertanto essere attuata in tutte le politiche e normative dell'Unione.

E così al punto 5 ter della relazione sulla proposta di regolamento che istituisce il Meccanismo Europeo per la Resilienza e la ripresa, approvata dal  Parlamento Europeo, l’11 febbraio scorso, leggiamo: “Le donne sono state in prima linea nella crisi della COVID-19, rappresentando la maggior parte degli operatori sanitari in tutta l'Unione, e hanno conciliato il lavoro di assistenza non retribuito con le loro responsabilità lavorative. La situazione è sempre più difficile per i genitori soli, l'85 % dei quali è costituito da donne. Gli investimenti in una solida infrastruttura di assistenza sono essenziali anche per garantire la parità di genere e l'emancipazione economica delle donne, costruire società resilienti, combattere il precariato in un settore a prevalenza femminile, stimolare la creazione di posti di lavoro nonché prevenire la povertà e l'esclusione sociale, e hanno un effetto positivo sul prodotto interno lordo in quanto consentono a un maggior numero di donne di svolgere un lavoro retribuito.”.

Questa la traccia sulla quale gli Stati dovrebbero costruire la dimensione di genere all’interno dei singoli PNRR. L’Italia nella bozza approvata dal Governo Conte2, ancora purtroppo l’unica in circolazione, riguardo alle misure volte a promuovere le pari opportunità e le politiche in materia di equilibrio tra vita professionale e vita privata, così come l'offerta a costi accessibili di servizi di educazione e cura della prima infanzia e servizi di assistenza a lungo termine, si presenta con una proposta modesta e scarsamente integrata. 

La linea adottata è quella dell’approccio trasversale al piano per Donne, Giovani e Sud, sacrificando azioni mirate per la promozione della Parità di genere. 

“In quest’ottica, - reca la bozza - il più forte effetto sull’equità di genere si fonda sul rafforzamento dell’occupazione femminile, sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo, perseguita prioritariamente attraverso le politiche attive del lavoro e il rafforzamento delle infrastrutture sociali, come il potenziamento dei servizi di asili nido e per la prima infanzia, delle scuole per l’infanzia e del tempo scuola. Gli investimenti nelle infrastrutture sociali creano opportunità di lavoro femminile di qualità, e contribuiscono a liberare il potenziale delle donne, rendendo il lavoro di cura una questione di rilevanza pubblica mentre oggi nel nostro Paese è lasciato sulle spalle delle famiglie e distribuito in modo diseguale fra i generi. A questo obiettivo, mirano anche le misure a favore dell’imprenditoria femminile, della libera scelta della maternità, e, nel campo dell’istruzione, le politiche che favoriscono in particolare l’accesso da parte delle donne all’acquisizione di competenze STEM. L’integrazione del Piano con interventi finanziati attraverso fondi di bilancio nazionale, a partire dall’assegno unico, rafforza ed esplicita la strategia complessiva del Paese definita nel Family Act e favorisce una interazione virtuosa con i livelli istituzionali interessati e il Terzo settore.”.

Il Piano evidenzia, altresì, l’impatto positivo delle misure di digitalizzazione della P.A. e della sistematizzazione dello smart-working, (Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”), che possono contribuire alla migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro, favorendo, in ultima istanza, la parità di genere; nell’ambito della componente “Innovazione della P.A.”, è posto l’impegno di dedicare maggiore attenzione al reclutamento di personale dirigenziale femminile.

Tra gli obiettivi programmatici del PNRR vi è inoltre il contrasto alla violenza di genere, e benché lo stesso appaia tra i target della sfida “parità di genere”, non risultano allo stato definiti progetti legati al tema, che potrebbero invece trovare collocazione nella componente “Servizi socio-assistenziali, disabilità e marginalità” della Missione 5, per la quale è previsto uno stanziamento pari a 2,6 miliardi grazie al contributo del ReactEu.

Ma, come è facile intuire, si sostituiscono alle azioni le pie intenzioni. 

Per creare un reale gender mainstreaming è necessario il coraggio di politiche dirette fatte di azioni con tempi, risorse e obiettivi chiari.”.

Nessun commento:

Posta un commento