Di Leonardo Gaddini.
Il prossimo 7 novembre si terranno in Nicaragua le elezioni presidenziali, a oggi i candidati sono 12 tra cui Daniel Ortega leader del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), che dal 2007 governa il Paese con il pugno di ferro. Di fatto il povero Paese del Centro-America è una dittatura Socialista dove da anni le elezioni sono una farsa e questa non sembra essere diversa. Fin ora ben 8 candidati alla presidenza sono stati arrestati, essi si aggiungono ai 20 tra politici di opposizione, giornalisti e attivisti arrestati nelle ultime settimane con l’accusa di aver compiuto vari crimini contro lo Stato o di aver accettato fondi provenienti dall’estero.
Questi arresti sono stati resi possibili dalla cosiddetta “legge ghigliottina”, che è stata approvata dal Assemblea Nazionale dominata dal partito di Ortega, che detiene 71 seggi su 92, lo scorso dicembre e che permette di arrestare i cittadini accusati di terrorismo o che sono sospettati di essere “traditori della patria”, anche senza fornire prove evidenti. Soprattutto essa impedisce a chi viene arrestato di candidarsi alle cariche pubbliche. Grazie a questa legge, Ortega è stato in grado di aumentare l’oppressione delle forze di opposizione e la repressione del dissenso in vista delle elezioni presidenziali, a cui si candiderà a questo punto senza sfidanti di rilievo.
A maggio, il Consiglio Supremo Elettorale ha revocato lo status giuridico del Partito di opposizione, il Partito della Restaurazione Democratica (PRD) e la stessa settimana, il governo Ortega ha aperto un'inchiesta sulla giornalista, Cristiana Chamorro presidente della Fondazione Violeta Barrios de Chamorro, accusata di riciclaggio di denaro. Il giorno in cui Chamorro è stata chiamata per l'interrogatorio, la polizia ha anche fatto irruzione negli uffici di Confidencial, un programma TV di notizie spesso critico nei confronti di Ortega, gestito da suo fratello Carlos, confiscando attrezzature e arrestando un cameraman. Chamorro, come risposta alle intimidazioni, ha successivamente annunciato che si sarebbe candidata alle primarie, insieme ad altri 7, per la lederschip del Partito Cittadini per la Libertà (CxL), l'unico Partito di opposizione rimasto legalmente qualificato per presentare un candidato alle elezioni. Il 2 giugno il Governo ha fatto irruzione nella casa di Chamorro arrestandola.
Il 5 giugno, l'amministrazione Ortega ha fatto arrestare anche un altro candidato dell'opposizione, Arturo Cruz accusato di aver "attaccato la società nicaraguense e i diritti del popolo". L'8 giugno, il Governo ha arrestato Félix Maradiaga, leader del gruppo di opposizione dell'Unità Nazionale Blu e Bianca (UNAB) e l'economista Juan Sebastián Chamorro, cugino di Cristiana. Sono seguiti anche gli arresti dei dipendenti dei candidati e di altre figure della società civile. A nessuno di loro è stato autorizzato a consultare avvocati per difendersi dalle accuse. Il 20 giugno, è stato arrestato Miguel Mora, candidato anche lui alle primarie del PRD. Il 5 luglio anche il leader contadino Medardo Mairena è stato arrestato insieme ad altri 2 leader contadini e 2 leader studenteschi.
Il 9 luglio, la professoressa di diritto e avvocato, iscritta all'Alleanza Civica, María Moreno ha annunciato la sua intenzione di candidarsi come candidata alle primarie del CxL, il giorno dopo è stata informata che sarebbe stata arrestata, scegliendo così di scappare dal Paese. Stessa cosa è stata fatta da un altro candidato, Luis Fley. Da lì a poco sono sati arrestati anche gli ultimi 2 candidati alle primarie del CxL, Noel Vidaurre e Américo Treminio. Allora il Vicepresidente dei CxL, Oscar Sobalvarro, si è candidato alle elezioni e ha annunciato che l'ex Miss Nicaragua Berenice Quezada sarà il suo candidato a Vicepresidente, ma il 3 agosto è stata arrestata. Allora il Partito d'opposizione, Partito Liberale Costituzionale (PLC) ha nominato Milton Arcia per la carica di Presidente e María Dolores Moncada per la carica di Vice.
Non solo i politici dell'opposizione sono vittime della repressione del Governo, ma anche i giornalisti. Dal 25 maggio, infatti, almeno 21 giornalisti sono stati arrestati dalla procura del Nicaragua e interrogati sul loro collegamento con l'organizzazione per la libertà di espressione di Chamorro. Ortega però si è difeso dalle critiche della comunità internazionale, sostenendo che i detenuti non sono né candidati né oppositori, ma membri di organizzazioni criminali che fanno parte della “politica yankee”. Il Presidente ha poi accusato gli USA (che lui chiama l'Impero) di orchestrare un tentativo di colpo di Stato attraverso l'utilizzo di terroristi.
La realtà è che il Governo di Ortega non è disposto ad avere alcun tipo di opposizione e vuole controllare la stampa. Da anni infatti i giornalisti sono nel mirino del Governo, ma l'aggressività e la virulenza che si stanno osservando, in particolare nelle ultime settimane, sono un livello che non si era mai visto prima. Questo anche grazie alle leggi create negli ultimi anni, progettate appositamente per criminalizzare attivisti e difensori dei diritti umani. Secondo queste leggi, i giornalisti possono essere accusati di violare la sovranità del Paese se ricevono sostegno da un'organizzazione internazionale. I recenti casi giudiziari e le citazioni in giudizio hanno lo scopo di intimidire la stampa, ma nonostante la repressione e le minacce i giornalisti nicaraguensi continuano a svolgere il loro lavoro, denunciando le inefficienze e la corruzione del Governo.
Per questo motivo il Consiglio Europeo ha prorogato di un anno, l'attuale quadro per l'imposizione di misure restrittive mirate. Il quadro esistente prevede la possibilità di imporre sanzioni mirate e individuali nei confronti delle persone ed entità responsabili di abusi o violazioni dei diritti umani o della repressione della società civile e dell'opposizione democratica in Nicaragua, nonché delle persone e delle entità le cui azioni, politiche o attività compromettono in altro modo la democrazia e lo Stato di diritto. Le sanzioni prevedono il divieto di viaggio nell'UE, il congelamento dei beni per le persone e il congelamento dei beni per le entità. È fatto inoltre divieto a persone ed entità dell'UE di mettere fondi a disposizione di persone ed entità inserite nell'elenco.
Le
sanzioni resteranno fino a quando il Governo ripristinerà i diritti e le
garanzie civili e
politici, la liberazione dei restanti prigionieri politici e il ritiro
di tutte le accuse a loro carico, il ritorno in Nicaragua degli
organismi internazionali per i diritti umani e un accordo sulle riforme
elettorali e istituzionali tra il Governo e l'opposizione, compresi i
Partiti politici e gli attuali membri della coalizione nazionale, al
fine di garantire elezioni credibili, inclusive e trasparenti. L'UE
ha poi ribadito il proprio impegno a sostenere il popolo nicaraguense, anche
contribuendo a rafforzare lo Stato di diritto e a sostenere lo sviluppo
economico e sociale a favore dei più vulnerabili.
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