Una mamma e collega ci scrive:
"Nella legge 145 è scritto che solo chi ha la 104 può chiedere la mobilità a patto che la malattia sia sopraggiunta dopo concorso che tradotto praticamente significa che la malattia, quando sopraggiunge prima,
ha meno diritto.
Ho concluso tutte le indagini per mio figlio proprio mentre svolgevo il concorso. La certificazione è arrivata prima del mio orale e potete immaginate in che condizioni lo abbia svolto.
Chi vive sulla propria pelle questa situazione sa che non esiste chi è più o meno fortunato solo per il prima o il dopo.
Sono giorni che continuo a piangere da sola non riuscinedo a scivere nulla sulla Piattaforma Indire. Le terapie che fa mio figlio sono distribuite in più giorni e devo fare avanti e indietro per accompagnarlo
a scuola, andare a lavoro e portarlo alle terapie. Non ho tempo libero, sono stanca anche se ora sono vicino casa e lavoro solo su spezzone.
Ho anticipato l'anno di prova proprio perché era vicino casa. Mi chiedo però come farò l'anno prossimo visto che mi è stata assegnata un'altra provincia e per la sede dovrò partecipare alla mobilità.
Rinuncerei al ruolo anche subito per mio figlio se mi assicurassero tappe "normali"che vivono tutti i bimbi della sua età. Scusate sono proprio giù e vorrei ricordare che la 104 non viene data a tutti con
facilità e anche nei casi di autismo le mamme devono lottare per averla riconosciuta.
Purtroppo i disgraziati mentitori che dichiarano il falso oscurano e hanno dato l'impressione che sia un "vantaggio" da "usare" e non un diritto. La 104 dà diritti solo in connotazione di gravità.
Nel dettaglio l’art. 3 – comma 3 della Legge 104 va a definire quali sono le situazioni di handicap grave:
“Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione".
Nessuna mamma dovrebbe mai scrivere queste parole. Ti siamo vicini tutti con il cuore. Il 6 marzo saremo a Roma per lo sciopero soprattutto per te e per tutti i colleghi che sono lontani da casa. I nostri
figli in cambio della continuità? Noi non ci stiamo!
Il blocco sarà fatto a brandelli. Non ci fermeremo sino a quando non sarà fatta giustizia. Una legge che distrugge le fondamenta stesse della famiglia, il senso stesso dell’essere madre e stare vicino ai
propri figli non potrà resistere a lungo.
La Costituzione considera la famiglia sacra. Per noi invece il Governo la considera un'inutile zavorra della quale non tenere conto, ma con noi hanno sbagliato i conti.
La dolorosa storia appena raccontata e le amare lacrime versate meritano rispetto ed esigono giustizia.
Siamo tutti con questa mamma!
Prof.ssa Margherita Stimolo
Presidente del C.N.D.A.
(Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati)
Amministratrice del gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/transitorioperilruolo/
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RispondiEliminaIl diritto al lavoro non viene riconosciuto alle donne in generale e particolarmente alle mamme con figli con disabilità. Il precariato peggiora ulteriormente questa situazione
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