domenica 22 ottobre 2023

Le menzogne su Israele

Di Leonardo Gaddini. 

Lo strumento privilegiato dei detrattori di Israele è la propagazione di affermazioni assurde e prive di fondamento, nella speranza che diventino verità convenzionali. Sugli ebrei e su Israele esiste un'imponente disinformazione che cresce di continuo, il tutto volto a metterli in cattiva luce. I risultati sono che i fatti vengono stravolti, la storia viene riscritta, i media ed internet rendono una idea falsa di Israele, degli ebrei e della "questione palestinese". Una disinformazione tale che se le persone provano a ricercare informazioni in merito difficilmente troveranno qualcosa di vero, anche perché questa disinformazione ha colpito anche i mass media considerati di riferimento, basti vedere la cassa di risonanza che ha avuto la fake news dell'ospedale bombardato a Gaza, dove anche media prestigiosi come la BBC hanno fin da subito e senza esitazione diffuso le bugie di Hamas. L'obbiettivo di chi mette in giro falsità del genere è chiaro: delegittimare l'esistenza stessa dello Stato di Israele, è il nuovo fronte dell’antisemitismo. Se pensate che queste fake news siano di scarsa importanza vi sbagliate, perché la disinformazione attuata ha portato alla crescita vertiginosa dell'antisemitismo in tutto l'Occidente, come dimostrano le immagini delle manifestazioni "pro-Palestina" degli ultimi giorni, dove spesso si sono ascoltati slogan contro gli ebrei e i manifestanti hanno sfilato nelle piazze con immagini antisemite e bandiere di organizzazioni islamiste come Hamas e i Talebani e gli attacchi sempre più frequenti alle Sinagoghe. Il nuovo antisemitismo di oggi si chiama "antisionismo". L'idea che Israele non abbia il diritto di esistere e che gli ebrei che vivono in Israele e che si difendono dai loro aggressori siano automaticamente colpevoli di qualsiasi cosa. 

Non si tratta, ovviamente, di una disinformazione che scaturisce solo dall'ignoranza e dalla voglia di vendere storie, ma si tratta di una vera e propria guerra che si combatte anche attraverso le false informazioni. Ciò si è intensificato negli ultimi anni grazie all'appoggio del "mondo umanitario", ancorato a ideologie terzomondiste, e sostenuto prevalentemente dall'estrema Sinistra. Negli ultimi anni le attività del mondo umanitario si sono intrecciate con la diplomazia internazionale attraverso una fitta rete di relazioni e attività di pubblica informazione che hanno influenzato il discorso sul Medioriente consolidando l'uso di espressioni e concetti falsi quali "apartheid, discriminazione, crimini di guerra, pulizia etnica, colonizzazione". Visti i tragici eventi degli ultimi giorni ritengo necessario cercare di fare luce su le principali menzogne che in questi anni ci sono state raccontate sul conto di Israele. 

La 1ª falsità che spesso viene ripetuta è che prima del 1948 non fosse mai esistito niente come Israele, ma non è così, già 3.000 anni prima dell’Olocausto, prima ancora che nascesse l'Impero Romano, i Re e i profeti d’Israele (come Isaia e Geremia) camminavano nelle strade di Gerusalemme che viene più volte citata nelle Sacre Scritture. Israele è storicamente territorio ebraico, secondo la Bibbia e alcune interpretazioni dell’archeologia contemporanea Giosuè entrò in terra d'Israele nel 1.400 a.C., il Regno di Davide fu fondato intorno al 1.000 a.C., il primo Tempio di Salomone fu costruito intorno al 957 a.C., il secondo tempio fu costruito intorno al 515 a.C., la dinastia Asmonea fu fondata nel 166 a.C., Gerusalemme fu distrutta nel 70 d.C. e gli ebrei furono esiliati da Israele nel 136. L’Islam, invece, non fu fondato fino al settimo secolo d.C. Nessuno stato arabo indipendente è mai esistito nell'area conosciuta come Palestina. Anche durante i 2.000 anni del loro esilio gli ebrei sono stati sempre presenti nella Terra Santa, fino alla rinascita d’Israele nell’Ottocento quando i primi pionieri ebrei si stabilirono nelle terre (spesso deserte e disabitate), nel giro di poco divennero una maggioranza ebraica (tutto ciò avvenne molto tempo prima di Hitler). Dopo l’Olocausto quasi 200.000 sopravvissuti alla Shoah hanno trovato un rifugio sicuro nello Stato ebraico, creato anche grazie al voto favorevole dei 2/3 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1947. Ben presto circa 800.000 ebrei arrivarono dopo essere stati cacciati o essere riusciti a fuggire a causa delle feroci persecuzioni subite nei loro Paesi arabi dove prima vivevano. Nei decenni successivi Israele ha assorbito 1 milione di immigranti che fuggivano dall'URSS e migliaia di ebrei etiopi. Oggi Israele è una società diversificata, cosmopolita, che realizza l’antichissimo sogno di un ritorno a Sion del popolo che qui aveva sempre avuto la sua Patria.


La 2ª falsità è che Israele si rifiuti di dare terre ai palestinesi. Israele ha più volte dato terra in cambio della "pace”. Dopo gli accordi di pace di Camp David con l'Egitto, Israele si è infatti ritirato dalla vasta penisola del Sinai e nel 1995 la Giordania ha firmato un trattato di pace con Israele. Nel 1993 Israele ha firmato gli accordi di Oslo con i quali ha ceduto all’Autorità Palestinese il controllo amministrativo della Cisgiordania. Ma nonostante questo, l’Autorità Palestinese non ha mai rispettato l’impegno di porre termine alla propaganda anti-israeliana e di cancellare dalla Carta Nazionale palestinese l’appello alla distruzione di Israele. Nel 2000 l'ex Primo Ministro israeliano Ehud Barak offrì a Yasser Arafat, ex Presidente della Palestina, la piena sovranità sul 97% della Cisgiordania, un corridoio verso Gaza ed una capitale nel settore arabo di Gerusalemme, ma Arafat rifiutò. Nel 2008 l'attuale Presidente palestinese Mahmud Abbas ha rifiutato un’offerta sostanzialmente analoga dell'allora Primo Ministro Ehud Olmert. Nel 2005 l'ex Primo Ministro israeliano Ariel Sharon decise di ritirare unilateralmente l'esercito da Gaza, così facendo i terroristi di Hamas presero il potere della striscia e trasformarono i luoghi di residenza degli ebrei in siti di lancio dei loro missili e in basi di partenza per gli attentatori suicidi. Infine nel 2010 il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha proposto negoziati senza precondizioni per arrivare alla creazione di uno Stato palestinese, ma i palestinesi hanno rifiutato chiedendo che prima Israele facesse concessioni unilaterali considerate inaccettabili perchè avrebbero portato pericoli alla sicurezza ai cittadini israeliani.


Una delle più grandi e meschine menzogne poi è che Israele sia uno Stato di "apartheid" che merita quindi il boicottaggio internazionale e le sanzioni. Spesso gruppi religiosi, intellettuali e sindacati promuovono campagne di boicottaggio ingannevoli e antisemite per demonizzare quello che loro chiamano lo "Stato ebraico dell’apartheid". La verità è che Israele è uno Stato democratico! La minoranza araba che ci vive (circa il 20% della popolazione) gode di tutti i diritti e ha esattamente le stesse libertà religiose, politiche ed economiche dei cittadini ebrei israeliani, incluso il diritto di voto e la possibilità di eleggere parlamentari di Partiti islamici alla Knesset. Sia gli arabi israeliani che palestinesi possono accedere ai giudizi della Corte Suprema israeliana. Gli arabi israeliani hanno anche il proprio sistema scolastico nella loro lingua, l'arabo è la seconda lingua nazionale ed è presente in tutti i segnali. A differenza di ciò nessun ebreo ha il diritto di possedere proprietà in Palestina, nessun cristiano od ebreo ha la possibilità di visitare i luoghi sacri dell’Islam. Se c’è un Paese nel quale la discriminazione di genere è al minimo, quello è Israele, mentre non è il caso in Palestina. I cristiani arabi soggetti all’Autorità Palestinese e a Gaza stanno fuggendo in massa da quei luoghi nei quali sono perseguitati, mentre la comunità cristiana è fiorente in Israele.


Un'altra grande menzogna riguarda la natura pacifica delle organizzazioni palestinesi spesso descritte dai media come dei "Movimenti di Liberazione di un popolo oppresso", e i palestinesi come delle povere vittime innocenti, ma non è affatto così. Da anni le organizzazioni palestinesi stanno cercando di annientare Israele e gli ebrei. Durante la 2ª guerra mondiale l'allora Gran Muftì di Gerusalemme, Muhammad Amin al-Husseini era un grande estimatore di Hitler e suo alleato, infatti aiutò i nazisti a organizzare la XIII Divisione delle SS, composta interamente da musulmani e dopo la guerra divenne uno dei leader del movimento per l'indipendenza della Palestina. La Carta Nazionale Palestinese sostiene espressamente la necessità di distruggere interamente Israele attraverso la lotta armata e la Costituzione Fateh parla di cancellare la "cultura sionista" (da leggere come ebraica). La Carta di Hamas sostiene che è compito dell'Islam quello di eliminare Israele. I movimenti palestinesi fanno da sempre chiaro riferimento alla violenza e alla guerra per eliminare gli ebrei e gli infedeli (tra cui ci rientriamo anche noi europei). Quando parlano di voler liberare la Palestina intendono in realtà la volontà di cancellare Israele e sostituirlo con uno Stato islamista. Il terrorismo palestinese è dunque il prodotto dell’istigazione, che inculca una cultura di odio e di violenza nelle generazioni successive. 

Un'altra bugia ripetuta più volte è che Israele non rispetti la sovranità palestinese e i luoghi di culto islamici, ma anche questo è falso. Israele per esempio in questi anni ha mantenuto lo status quo sul Monte del Tempio. Lo scorso anno circa 3,5 milioni di musulmani hanno visitato il Monte del Tempio a fianco di circa 200.000 cristiani e 12.000 ebrei. Solo i musulmani possono pregare sul monte e i non musulmani possono visitare solo in determinati orari, che non sono stati modificati. Tutto ciò è garantito anche se il Monte del Tempio è il sito più sacro dell’ebraismo, dove Salomone costruì il suo Tempio circa 3.000 anni fa. Israele ha vigorosamente protetto i luoghi santi di tutte le fedi, compresa la grande Moschea di Al-Aqsa (nonostante che periodicamente torni di moda la fake news che Israele la voglia distruggere). Alcuni poi sostengono che uno dei motivi per l'escalation di violenza sia un aumento delle costruzioni presso gli insediamenti, ma anche questo è falso perchè la costruzione annua negli insediamenti è notevolmente diminuita negli ultimi anni (da circa 5.000 a poco più di 1.000). 

Queste menzogne (insieme a molte altre) hanno avuto un impatto potentissimo nella mente di molte persone, finendo per creare un relativismo morale, per cui gli orrendi crimini di Hamas sono comunque da "capire" e da "comprendere" vista la storia (?), Israele non ha il diritto di difendersi e se lo fa in ogni caso va attaccata perchè "viola i diritti umani" e l'uccisione degli ebrei diventa un atto "comprensibile" e quasi "giustificabile", visto quello che "i palestinesi hanno subito". Queste bugie a cui troppi continuano a credere hanno contribuito alla morte degli ebrei e hanno fatto riprendere slancio all'antisemitismo in tutto il mondo. Questo relativismo morale, unito all'ideologia terzomondista e a una sorta di senso di colpa che molti occidentali hanno solo per essere tali, spinge molte persone a sostenere inconsapevolmente organizzazioni terroristiche, anche se loro quando avranno finito di occuparsi del popolo del Sabato passeranno a quello della Domenica. 

mercoledì 18 ottobre 2023

Webinar "I padri fondatori della nostra patria europa"

 Webinar di formazione politica #CivitasHumana

 


 

 

Mercoledì 25 ottobre, alle ore 18,30, si terrà il webinar organizzato da Forum al Centro, Europa Futura e Universitari Liberali, dal titolo:

"I PADRI FONDATORI DELLA NOSTRA PATRIA EUROPA".

 

Ne discuteremo insieme al sen. Marco Follini, già parlamentare alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica, è stato segretario politico del CCD e dell'UDC, e a Lucio D'Ubaldo, già senatore della Repubblica e attualmente direttore editoriale de "Il Domani d'Italia".

 

Dopo le due relazioni iniziali, ci sarà spazio per interventi e domande.

 

L'incontro è libero e gratuito, per partecipare basterà inviare una email a forumalcentro@gmail.com.

 

Vogliamo costruire il nostro futuro, raccontando il nostro glorioso passato, con i mezzi del presente.

 

Ti aspettiamo.

martedì 3 ottobre 2023

Umanesimo civile 5.0, una nuova visione per l’Italia e l’Europa.

di Armando Dicone
L’Europa è di fronte a una sfida storica: quella di riaffermare la sua identità e il suo ruolo in un mondo sempre più complesso e interconnesso, dove emergono nuove minacce e nuove opportunità. Per farlo, ha bisogno di una visione chiara e condivisa, che sia in grado di ispirare e motivare i suoi cittadini, di rafforzare la sua coesione interna e la sua influenza esterna, di promuovere lo sviluppo sostenibile, la democrazia liberale e la pace.
 
Questa visione non può essere solo economica o politica, ma anche e soprattutto culturale. Deve essere fondata sui valori dell’umanesimo, che hanno plasmato la storia e l’identità dell’Europa, riuscendo tuttavia ad aggiornarli e adattarli alle sfide del XXI secolo. Con ciò va posto al centro il valore della persona umana, della sua dignità, dei suoi diritti-doveri e delle sue potenzialità, tenendo conto, allo stesso tempo, della complessità e interdipendenza delle società globali, della necessità di una convivenza pacifica e solidale tra i popoli, della salvaguardia dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, e del ruolo sempre più rilevante della scienza e della tecnologia nella trasformazione del mondo.
 
Si tratta di quello che amiamo definire umanesimo civile 5.0, una corrente di pensiero che si propone di rinnovare i principi dell’umanesimo, alla luce delle sfide del XXI secolo. Occorre perciò che ai centro ci sia il cittadino, parte attiva della comunità, in rapporto ad uno Stato che promuova i principi di libertà, responsabilità, emancipazione, solidarietà e partecipazione. L’umanesimo civile 5.0 si propone quindi di offrire una risposta culturale, basata su una concezione aperta e pluralista dell’umanità, alle grandi questioni del nostro tempo.
 
Non è un’idea astratta o un ideale utopico, ma un progetto concreto e realizzabile, fatto di azioni e proposte dirette a migliorare la qualità della vita delle persone e delle comunità. Allora, vediamone alcune:
 
  • Creazione di un’Europa federale, che sia capace di esprimere una voce unitaria e forte nel mondo, di difendere i suoi interessi e i suoi valori, di promuovere la cooperazione internazionale e il multilateralismo, di contribuire alla risoluzione dei conflitti e alla prevenzione delle crisi;
  • Partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica e partecipazione dei lavoratori alla governance e agli utili delle aziende. Da ciò consegue l’impegno a rafforzare partiti e sindacati secondo una regola di democrazia e inclusività.
  • Realizzazione di un’economia sociale di mercato, fortemente competitiva, che sia orientata alla crescita inclusiva e sostenibile, alla riduzione delle disuguaglianze sociali ed economiche, alla valorizzazione del capitale umano e sociale, alla tutela dei diritti dei lavoratori e dei consumatori, alla responsabilità sociale delle imprese.
  • Innovazione tecnologica al servizio dell’uomo e dell’umanità, che sia guidata da principi etici e democratici, che rispetti la privacy e la sicurezza dei dati personali, che favorisca l’inclusione digitale e la partecipazione civica, che stimoli la creatività e la competitività.
  • Diffusione della cultura umanistica, che sia capace di integrare le diverse discipline del sapere, di valorizzare il patrimonio storico-artistico europeo, di incoraggiare la ricerca scientifica e la formazione permanente, di sostenere la libertà di espressione e di informazione, di promuovere il dialogo interculturale e interreligioso.
 
In conclusione l’umanesimo civile 5.0 si pone come alternativa al populismo e al nazionalismo, con l’obiettivo di costruire un futuro migliore.