di Valeria Frezza
martedì 29 marzo 2022
Essere donne e cattoliche: riconciliarsi con la parità di genere
domenica 27 marzo 2022
Il coraggio di opporsi
Di Leonardo Gaddini.
L'invasione militare dell'Ucraina è solo l'ultimo degli efferati e sanguinosi crimini di guerra commessi da Vladimir Putin. Dal 1999, anno in cui l'ex agente del KGB
ha preso il potere, diversi oppositori tra politici, imprenditori,
giornalisti, ecc... sono morti in circostatnze sospette e molti altri
sono stati incarcerati dopo processi farsa. Il caso che fece più clamore
fu quello dell'avvelenamento di Anna Politkovskaya, la giornalista di Novaya Gazeta (giornale molto critico nei confronti del Cremlino) che da anni denunciava la brutale repressione dell'esercito russo in
Cecenia e le violazioni dei diritti umani. Il primo settembre era in viaggio in aereo perchè era stata chiamata a
mediare su una crisi degli ostaggi a Beslan, ma dopo aver bevuto un tè
datole a bordo venne improvvisamente colpita da un malore e perse
conoscenza. L’aereo
fu costretto a tornare indietro per permettere un suo immediato
ricovero. La giornalista sopravvisse, ma due anni dopo, fu ritrovata morta nell’ascensore del suo palazzo a Mosca, accanto
al cadavere furono ritrovati una pistola Makarov Pm e quattro bossoli,
uno dei quali del proiettile che aveva colpito la giornalista alla
testa. Fu assassinata nel giorno del compleanno di Putin.
Un altro caso che destò molto clamore fu l'assassinio di Alexander Litvinenko, ex agente
dei servizi segreti russi fuggito nel Regno Unito nel 2000, che
nel 2002
scrisse un libro in cui accusava Putin di aver fatto organizzare
attentati falsamente attribuiti ai terroristi ceceni apposta per
spianarsi la via per il
potere e per giustificare la brutale repressione fatta ai danni degli
indipendentisti e dei civili locali. Litvinenko morì il 23 novembre
2006, in seguito all'avvelenamento da polonio-210, un isotopo radioattivo del polonio. Prima
di morire fece in tempo ad accusare Putin di essere il mandante
dell’omicidio di Anna Politkovskaja e lo accusò anche di essere un
pedofilo.
Un altro importante oppositore di Putin morto in circostanze misteriose fu Boris Berezovskij, ingegnere
diventato miliardario nel periodo post sovietico, e a sua volta fuggito
nel Regno Unito nel 2000 dopo l’arrivo al potere di Putin. Fu
condannato in contumacia alla fine di un processo farsa per "frode e
appropriazione indebita" e sottoposto in Russia
a sequestro del suo patrimonio, tra cui anche il canale televisivo Channel One,
uno dei mass media russi più importanti molto critico nei confronti di
Putin e del suo operato, che dopo la condanna fu venduto a prezzo
stracciato a un oligarca vicino al Cremlino. Anche Berezovskij fu poi
trovato morto a Londra il 23 marzo
2013 impiccato.
Riuscì invece a sopravvivere a un avvelenamento Viktor Juščenko ex primo ministro ucraino, che nei primi anni 2000 era il leader dei filo-occidentali e pro Europa, che nel corso della campagna elettorale del 2004, cominciò a soffrire di una misteriosa patologia, con una pesante eruzione cutanea che gli lasciò cicatrici permanenti. Vari esami tossicologi diagnosticarono una presenza di diossina nel sangue in quantità 6.000 volte superiori alla normalità, e lo stesso Juščenko disse di sospettare una cena con i servizi di sicurezza ucraini: per una ultima portata servita, a differenza delle altre, in monoporzioni. Dopo l’identificazione del particolare tipo di diossina impiegato, lo staff di Juščenko inviò una richiesta di informazioni ai quattro laboratori al mondo in grado di produrlo. L’unico a non rispondere fu quello di Mosca. E si seppe pure che pochi giorni dopo il supposto avvelenamento qualcuno dei componenti dei servizi di sicurezza presenti quella sera avrebbe lasciato l’Ucraina, per recarsi a vivere stabilmente in Russia. Comunque Juščenko sopravvisse e vinse le elezioni.
Più recente è stata poi la storia di Sergej Viktorovič Skripal’ ex colonnello dei Servizi segreti russi, condannato nel 2006 alla fine di un processo politico per "alto tradimento" a favore dei Servizi segreti britannici e fu spedito in un carcere di massima sicurezza. Fu poi liberato grazie a uno scambio di spie con gli USA nel 2010 e si trasferì nel Regno Unito. Il 4 marzo del 2018, a Salisbury, lui e sua figlia Julija furono vittime di avvelenamento doloso da gas nervino, con una sostanza detta Novičok. Qualche giorno prima due "turisti russi" che si facevano chiamare Alexander Petrov e Ruslan Boshirov, furono spesso avvistati nella zona con comportamenti sospetti. Tempo dopo i giornali investigativi Bellingcat e The Insider hanno chiaramente identificato i due come due agenti operativi dell’intelligence militare russa: il colonnello Anatoliy Chepiga e il medico militare Alexander Mishkin.
Un altro caso importante fu quello di Vladimir Kara-Murza, vice-presidente della ONG di opposizione Open Russia fondata da
Mikhail Khodorkovsky un ex-oligarca che fu imprigionato in un
carcere di massima sicurezza per 5 anni dopo un processo farsa, poi
liberato ma costretto all’esilio nel Regno
Unito dove vive tutt'oggi. Il 26 maggio del 2015 Kara-Murza si sentì
male improvvisamente nello spazio
di 20 minuti durante un meeting. I
medici gli diagnosticarono un avvelenamento che ha portato a
un'insufficienza renale. Ma gli stessi sintomi si
presentarono di nuovo il 2 febbraio 2017 quando finì in coma a causa di
una tossina sconosciuta. Kara-Murza sopravvisse e ancora oggi lotta
contro Putin anche se i medici lo
avvertirono che non sarebbe sopravvissuto a un terzo avvelenamento.
Altri assassini famosi furono quello del leader indipendentista ceceno Ibn al-Khattab morì invece nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2002, dopo che gli era stata recapitata una falsa lettera di sua madre avvelenata con gas nervino. L’FSB rivendicò l’uccisione di al-Khattab come successo di una “operazione speciale”. Il 10 novembre 2012 morì a Londra Alexander Perepilichny: un uomo d’affari russo che si era recato nel Regno Unito nel 2010 e aveva dato agli inquirenti svizzeri importanti elementi sul ruolo delle autorità russe nello scandalo del fondo Hemitage Capital di Sergeï Magnitsky, morto in prigione a Mosca nel 2009 in circostanze poco chiare. Incaricato da Browder, l'uomo aveva svelato il coinvolgimento di alti funzionari russi in una presunta frode da 230 milioni di dollari in tasse versati alla Russia da Hermitage e poi sottratti al fisco. Soldi che in seguito erano stati distribuiti sui conti esteri delle varie persone implicate nella truffa. Nello stomaco di Perepilichny sono state trovate tracce del gelsomino della Carolina: un fiore tossico.
È ancora viva dopo essere stata avvelenata, invece, Karinna Moskalenko: avvocatessa e attivista per i diritti umani che ha difeso molti oppositori di Putin, tra gli altri Khodorkovsky, Garry Kasparov e lo stesso Litvinenko, e che è stata la prima a vincere una causa contro la Russia alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Il 14 ottobre 2008 il marito scoprì che le avevano riempito l’auto di mercurio velenoso.
Ma i due casi più noti sono stati: l'omicidio di Boris Nemtsov ex leader dell'opposizione democratica russa che la sera del 27 febbraio 2015 venne assassinato a Mosca a colpi d'arma da fuoco mentre stava attraversando il ponte Bol'šoj Moskvoretsky, vicino al Cremlino. Al momento dell'omicidio tutte le telecamere di sicurezza della zona erano spente per manutenzione. L'unico video dell'omicidio è stato ottenuto dalla videocamera dello studio TV Tsentr, da una lunga distanza, ma al momento dell'omicidio, la telecamera è stata bloccata da un veicolo municipale fermo. La notte dopo l'omicidio di Nemtsov, i suoi documenti, scritti e dischi rigidi per computer furono confiscati in una perquisizione della polizia nel suo appartamento in via Malaya Ordynka.
E poi l'avvelenamento e la successiva incarcerazione in un carcere di massima sicurezza con condanna a 12 anni del suo successore Aleksej Naval'ny. La mattina del 20 agosto 2020, Naval'ny a bordo dell'aereo S7 Airlines volando da Tomsk a Mosca. Durante il volo, Naval'ny ha cominciato a manifestare sintomi di malessere perdendo conoscenza. L'aereo ha effettuato un atterraggio di emergenza all'aeroporto di Omsk. Arrivato all'ospedale Naval'ny è caduto in coma ed è stato collegato a un ventilatore. Il 2 settembre le analisi su Naval'ny avevano riscontrato la presenza del Novichok. Il 14 dicembre è stata pubblicata un'indagine congiunta di The Insider e Bellingcat secondo la quale Naval'ny è stato sorvegliato da un gruppo di agenti dell'unità per tre anni e potrebbero esserci stati tentativi precedenti di avvelenamento. In seguito a questa indagine, ma prima della sua pubblicazione, Naval'ny telefonò a Konstantin Kudryavtsev, uno degli agenti dell'FSB coinvolti, presentandosi come aiutante di Nikolai Patrušev (direttore del FSB) chiedendo dettagli sul perché il tentato avvelenamento fosse fallito. Kudryavtsev ha detto che l'agente del Novichok era stato applicato alle mutande di Naval'ny mentre si trovava in hotel a Tomsk, ma mentre le aveva indossate per il volo come previsto, il veleno era stato apparentemente assorbito troppo lentamente per avere effetti letali prima che l'aereo partisse.
Questi sopra elencati sono solo alcuni degli avvelenamenti, omicidi, incarcerazioni e violazioni dei diritti umani che lo "Zar del terzo millennio" ha coordinato e commissariato da più di venti anni per mantenere con la forza il potere. Adesso Putin vorrebbe esportare la sua autocrazia con la forza anche in Ucraina dopo averci già provato nel 2008 con la Georgia e prima ancora con la Cecenia (riuscendoci in entrambi i casi), spianando le città e deportando e uccidendo civili innocenti. Speriamo che in un futuro prossimo Putin e tutti i suoi vassalli risponda davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dei crimini e degli abusi commessi e che la Russia diventi finalmente una Democrazia vera e moderna e i Paesi dell'est Europa possano finalmente vivere liberi e in pace senza paura di essere invasi da un momento all'altro da un dittatore sanguinario. Слава Україні!venerdì 25 marzo 2022
Per la LIBERAZIONE dai populisti e sovranisti: la "federazione" tra riformisti, liberali e popolari.
di Armando Dicone
Le elezioni del 2018 ci hanno consegnato un parlamento bi-populista, una classe dirigente che urla, sgomita e fa a gara a chi la "spara più grossa". La demagogia con la quale si "raggirano" i "clienti-elettori" è sotto gli occhi di tutti, almeno di chi ancora vuol vedere.
Dal 2018 ad oggi, molti cittadini volenterosi hanno chiesto a gran voce una nuova offerta politica in grado di superare il populismo di destra e sinistra, ma dopo le scene viste per l'elezione del presidente della Repubblica, la richiesta dal basso sembra trovare maggiore ascolto. Tale richiesta però necessita di una base organizzata e radicata. Sui social, ma anche parlando con colleghi, amici e parenti, la spinta per una nuova offerta politica è sempre più forte. In molti si chiedono cosa sarebbe accaduto se a gestire la crisi in Ucraina ci fosse stato il governo giallo-verde, solo a pensarlo mi vengono i brividi.
Una vera e concreta offerta "centrale" non è ancora presente nello scenario politico, nonostante ciò, molti sondaggisti stimano il potenziale bacino elettorale al 15%. A questo potenziale bacino, vanno sommati tutti gli astensionisti che si auto-dichiarano di "centro" e che se convinti della bontà del nuovo progetto politico potrebbero diventare voti, tanti voti.
La bontà della proposta dipenderà dalla chiarezza dei valori di riferimento, dalla classe dirigente, dalla forza delle idee e dalla proposta programmatica che dovrà essere credibile e realizzabile.
Di certo il "centro" che sogno, per cui nel mio piccolo mi impegno quotidianamente, non è quello che descrivono alcuni opinionisti e giornalisti: grande centro, centrino, centricchio, la nuova DC, il ritorno della balena bianca, la grande ammucchiata, ago della bilancia. Si sono divertiti molto a definire il nuovo progetto come già vecchio, pensando a qualcosa che ricorda il trasformismo, i giochi di palazzo, i tatticismi e l'autoconservazione.
Il nuovo progetto politico centrale, che ribadisco è indipendente e autonomo dai populisti e dai sovranisti, non è uno spazio da occupare, ma un'idea innovativa. È l'incontro pragmatico tra culture politiche solide: riformismo, liberalismo e popolarismo.
Queste culture politiche hanno già contribuito a rendere grande il nostro Paese e quando ci sono riusciti, governavano insieme. La storia repubblicana dimostra che le tre culture del centrismo italiano, se divise nei "cespugli" delle finte coalizioni di destra e sinistra sono irrilevanti, se unite tra loro sono capaci di ricostruire l'Italia.
Questo nuovo processo, lungo e faticoso, ha bisogno non di un federatore capace di riunire le varie sigle, ma di una forza culturale e politica che venga dal basso. Una spinta positiva e senza interessi personali, mossa da riferimenti ideali come l'europeismo, la valorizzazione e l'attuazione dei principi della Costituzione, il rispetto per ogni persona umana e la tutela dell'ambiente, l'integrazione tra gli insegnamenti della dottrina sociale cristiana e l'economia sociale di mercato. Quattro riferimenti su cui costruire un nuovo "centrismo" per un programma di governo. Questo è il "centro" che sogno, non quello descritto nel gossip.
Dopo trent'anni di bipolarismo forzato non sarà un progetto immediatamente realizzabile, ma è possibile immaginare un percorso.
Il primo passo potrà essere la formazione di una federazione di centro alle prossime elezioni politiche. Una federazione che abbia pochi punti programmatici chiari e realizzabili, scaturiti dai riferimenti ideali sopracitati. Una struttura organizzativa unitaria e coesa, capace di eleggere il leader (non il capo) dal basso. Ogni partito, movimento, associazione aderente potrà mantenere così la propria identità e organizzazione. Non un partito unico, sarebbe un miscuglio troppo frettoloso, ma un'organizzazione tra diversi partiti che condividono le scelte politiche in una federazione. Tra le regole democratiche della federazione, dovrà essere chiara che sui temi eticamente sensibili prevarrà la coscienza di ognuno, altrimenti sappiamo tutti come finirebbe, l'unità forzata su tutto non reggerebbe.
Altra regola fondamentale, da chiarire subito, è il posizionamento tra i banchi del parlamento europeo. Inutile cercare una posizione unitaria in presenza di due gruppi di riferimento come Renew Europe e PPE. Ogni componente aderirà al gruppo europeo che ritiene più vicino alla propria identità. Meglio chiarire subito ciò che è stato fonte di divisioni nelle precedenti esperienze, meglio un processo a tappe che una lista elettorale che si frantuma il giorno dopo il voto cercando invano una unità su tutto.
Presentarsi alle politiche divisi significherebbe o non raggiungere la soglia di sbarramento scritta o non scritta, oppure fare la "lista cespuglio" a destra o sinistra.
Il digitale sarà fondamentale per la partecipazione attiva, dei cittadini sostenitori, alle scelte della futura federazione, ma servirà un approccio dei leaders aperto e disponibile.
Il centro sarà un'idea nuova, con processi innovativi, con un pensiero politico solido e con la partecipazione attiva dei cittadini.
Abbiamo un anno per farlo, per favore non sprechiamolo.
Grazie per l'attenzione.
lunedì 14 marzo 2022
Webinar di ForumalCentro "Unione Europea - le sfide del futuro"
Giovedì 17 marzo, alle ore 18,30, si terrà il webinar organizzato da "Forum al Centro", dal titolo "Unione Europea: le sfide del futuro".
Ne discuteremo insieme a Beatrice Covassi, attualmente è ministro consigliere per l'economia digitale presso la delegazione dell'UE nel Regno Unito. A Londra, è responsabile della transizione digitale, della politica sui dati e sui media.
Nel 2016 è stata nominata Capo della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, carica che ha ricoperto fino al 2019.
Dopo la sua relazione iniziale, ci sarà spazio per interventi e domande.
L'incontro è libero e gratuito, basterà inviare una email a forumalcentro@gmail.com per ricevere il link al webinar.