di Luigi Sbarra
E’ tempo di fare un grande salto di qualità verso forme concrete di democrazia economica che diano compimento all’articolo 46 della nostra Costituzione e assegnino ai lavoratori un ruolo nelle decisioni strategiche dell’azienda. Parte da questo assunto la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione che la Cisl ha depositato alla Corte di Cassazione e su cui lanceremo nei prossimi giorni la raccolta di firme in tutta Italia.
La strada che abbiamo scelto è quella di un forte sostegno alla contrattazione con leve promozionali e incentivi di natura fiscale, nella convinzione che la partecipazione è possibile solo se passa dalle buone relazioni industriali.
Dobbiamo estendere una cultura contrattuale che ha generato tante buone esperienze in tutti i settori e che può contribuire in modo fondamentale a rafforzare la crescita, i salari e la produttività, la formazione e l'innovazione di processo e prodotto, partendo dal protagonismo sociale del lavoro.
Il nostro tessuto produttivo è molto eterogeneo. Per rafforzare e adattare la democrazia economica ad ogni comunità lavorativa è quindi necessario che siano i rapporti negoziali ad individuare forme di coinvolgimento, scegliendole nel novero delle opportunità che la nostra proposta di legge vuole offrire ad ogni impresa. La legge può e deve agevolare questo percorso istituendo una forte premialità, prima di tutto fiscale, che lo incentivi e lo promuova.
Quella della partecipazione sia una sfida che racchiude tutte le grandi questioni emerse in questi anni complessi: migliorare i salari, costruire nuove tutele, offrire le giuste flessibilità negoziate, consolidare gli investimenti privati sui territori, aumentare anche la resilienza e la sostenibilità sociale degli ecosistemi produttivi.
Un maggiore riconoscimento del lavoro nella vita delle imprese è anche lo strumento per stimolare ricerca, formazione continua dei lavoratori e degli imprenditori, innovazione di processo e di prodotto, incremento e redistribuzione della produttività. Contribuisce inoltre all’aumento dei livelli di salute e la sicurezza nelle aziende, garantendo monitoraggio e vigilanza sul rispetto delle leggi e delle regole negoziali.
Bisogna lavorare insieme per una prospettiva nuova, in cui al centro ci sia la persona, con il suo protagonismo, la sua creatività, la sua capacità di partecipare attivamente allo sviluppo delle comunità produttive e dei territori.
Il nostro primo obiettivo è quello di promuovere l’ingresso di rappresentanze dei lavoratori nei consigli di amministrazione o di sorveglianza. I lavoratori hanno il diritto di concorrere e collaborare agli indirizzi e alla gestione delle proprie aziende, al rilancio degli investimenti opponendosi alle delocalizzazioni, esercitando quelle flessibilità che nei momenti di crisi aiutano a proteggere l’occupazione e che nei momenti di crescita operano una buona distribuzione della ricchezza.
Il secondo punto è regolare la compartecipazione ai risultati dell’impresa e disciplinare l’azionariato diffuso, così da dare anche ai piccoli dipendenti-azionisti adeguata rappresentanza e voce nelle scelte societarie.
La terza esigenza riguarda il coinvolgimento nelle decisioni organizzative, per aumentare efficienza, adattività e innovazione di sistema. Pensiamo agli orari, alla produttività, al lavoro per obiettivi e in team.
Quarto punto: riconoscere ai lavoratori ed al sindacato una funzione consultiva a monte, e non a valle, delle decisioni più rilevanti per il futuro delle aziende. E’ una battaglia storica per la Cisl, frutto della nostra impostazione culturale e valoriale.
La partecipazione è la più grande riforma istituzionale verso la piena realizzazione in Italia e in Europa di quella che Bobbio chiamava Democrazia Sociale, responsabilizzando a livelli sempre più profondi la società nei processi economici di controllo e decisione.
Siamo a uno snodo della Storia. Un tornante in cui la “costruzione del nuovo" non è più una opzione. Istituzioni, mondo del lavoro e Rappresentanze datoriali devono assumere impegni comuni e coerenti, che facciano recuperare il tempo perso in 20 anni di muro contro muro e di dannosa disintermediazione.
In questo quadro bisogna promuovere la pacificazione e la coesione della nostra società: ricostruirla su principi di equità e di legalità, rimuovere le disuguaglianze, accompagnando le nuove generazioni verso i lavori che ancora non esistono e convertire i meno giovani verso i lavori che stanno nascendo.
Su tutto questo, anche con la nostra Proposta di Legge, sfidiamo il Governo e i nostri interlocutori sociali a convergere in un perimetro di comune impegno che contribuisca a realizzare un Paese solidale, produttivo, unito e interamente mobilitato nella costruzione del progresso e del bene comune.
Luigi Sbarra
Segretario Generale Cisl