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domenica 27 dicembre 2020

#donnealcentro (anno 2020)

 di Valeria Frezza

In chiusura di anno vorrei ricordare alcune storie particolarmente significative tra quelle menzionate dal corriere della sera, ma tra i vari capi di stato, ministri, ricercatrici, influencer e artisti ho scelto delle perfette sconosciute, donne straordinarie nella vita di tutti i giorni e non solo per una stagione e che non cercano visibilità e protagonismo.

 

Valentina Soldati, trentaseienne e moglie del paziente uno (covid), di Codogno, era incinta di 7 mesi quando ha saputo che suo marito Mattia Maestri, ricoverato per una polmonite si era poi aggravato ed i medici hanno scoperto che aveva contratto il covid dopo una cena con un amico tornato dalla Cina.

Anche Valentina viene trovata positiva e ricoverata, ma guarisce, torna a casa e aspetta il parto da sola perché il marito ancora grave. Tutto finisce nel migliore dei modi con la nascita di una bambina ed in seguito con la guarigione di Mattia.

 

 

L’infermiera di Cremona Elena Pagliarini, di anni 43, viene premiata dal Presidente Mattarella  in rappresentanza di coloro che si sono impegnati per la cura dei malati di Covid. L’8 marzo Elena viene fotografata mentre si riposa per qualche minuto con la testa sulla tastiera del computer dopo un interminabile turno di notte. In ospedale non avevano abbastanza respiratori per tutti i pazienti che avevano bisogno di essere ossigenati e la frustrazione era tanta perché non era possibile curare tutti. Dopo quella fotografia l’infermiera ha scoperto di essere positiva ed è stata posta in isolamento, in attesa di guarire.

 

Patrizia Cocchi, dirigente scolastica del Liceo Vittorio Veneto di Milano viene posta in rappresentanza  di tutto il personale della scuola (maestri, maestre, professori, professoresse e personale ATA) e anche delle famiglie, che hanno tentato di tutto per tenere aperte le scuole italiane. Non era possibile arrendersi, nonostante le responsabilità e i rischi, anche di fronte ad un governo che non è riuscito a mettere la scuola tra le priorità del Paese e infatti l’Italia è la nazione che ha tenuto le scuole chiuse per più tempo.

 

Vorrei anche ricordare una mamma coraggio o una “ diversamente mamma”, così si definisce Anna Claudia Cartoni, romana, 58 anni, insegnante di ginnastica artistica, mamma di Irene, affetta da una malattia rara. Racconta: “il mondo dell’handicap non è fatto solo di dolore, richiama valori umani e profondi, emozioni forti, rabbia, sensi di colpa, impotenza, frustrazione. Sono tante le difficoltà che i coniugi hanno incontrato: burocratiche, strutturali e sociali, l’accoglienza e il rispetto sono molto rari, per esempio far capire che non è possibile far cambiare le figure di riferimento in continuazione, dover cambiare reparti diversi e raccontare da principio la storia, fare indagini inutili per vari motivi. C’è bisogno di una presenza costante e di attenzione, i sensi di colpa mi divorano, mi sento inadeguata, so che potrei fare di più ma non ce la faccio. L’angoscia mi travolge per il suo futuro e non trovo dentro di me alcuna soluzione. Ma Irene è la mia maestra di vita, mi ha insegnato a non dare niente per scontato e fa diventare semplici le cose complesse (anche come respirare e deglutire che per lei sono di una difficoltà infinita). Stare vicino ad Irene mi ha spinta a non crollare perché la bambina ha bisogno di me.”

“E’ bello vedere qualcuno che non si fa scoraggiare da cose come la realtà” (cit.)

 

Fonte: Corriere della Sera

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