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venerdì 28 luglio 2023

La depressione delle donne

 di Valeria Frezza


Gli studi statistici sulla distribuzione del disturbo depressivo hanno evidenziato che colpisce le donne con frequenza doppia rispetto agli uomini. Ciò è determinato da:

– motivi socio-economici: spesso le donne ricevono condizionamenti sociali e culturali che forniscono loro scarsi strumenti di autostima e sicurezza personale. Sono, inoltre, soggette a pregiudizi sul loro valore e sulle loro capacità e hanno difficoltà ad occupare posti di responsabilità. In molti casi non sono nemmeno inserite nel mondo del lavoro, non hanno reddito e sono quindi in condizioni di debolezza economica

– motivi biologici di tipo ormonale:, la depressione conseguente all’interruzione di gravidanza, la depressione post-partum e la depressione in menopausa.

– La donna è meno condizionata dal modello eroico cui l’uomo tende a aderire ed è, quindi, più disponibile a denunciare la presenza del disturbo depressivo.

La depressione costa cara e la lotta ai pregiudizi conviene.

Il nemico da battere , è lo stigma, il senso di colpa oppure di vergogna che vive chi sprofonda nella depressione, anche lieve, ritenendo che sia una macchia da nascondere a tutti. E non invece una vera malattia, dai sintomi psichici ma con radici biologiche come qualsiasi altra malattia e, come le altre malattie, da curare.

In California, adulti che hanno cominciato a curarsi, hanno migliorato la produttività nel lavoro e le relazioni interpersonali.

Credo, quindi, che abbiamo sottostimato i vantaggi creati dall’impegno contro un pregiudizio tanto radicato.


Fonti: associazione per la ricerca sulla depressione 

Fondazione Veronesi 

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