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venerdì 14 maggio 2021

La conoscenza vera dell'Islam è l'antidoto al radicalismo #donnealcentro

Qui di seguito due punti di vista che parlano della questione femminile nell’islam e che possono essere di spunto per il dibattito e per promuovere e sensibilizzare le persone sulla questione dell’inclusione delle donne e della parità di genere, essendo consapevole della complessità della questione invito tutti comunque a commentare.

 

Citazione del Grande Imam, lo sheikh di Al Azhar (Università islamica del Cairo),  Ahmad Al Tayeeb

 

“L’Islam respinge qualsiasi forma di discriminazione o segregazione con il concetto di “cittadinanza” al posto di quello delle minoranze, non è più l’appartenenza religiosa a definire i diritti e i doveri di ciascuno ma è la cittadinanza”.

Oggi le femministe islamiche che vogliono la riforma sull’eredità potrebbero dire che ci troviamo in un diverso contesto storico visto che ci sono donne capo famiglia, che lavorano, pagano le tasse e dividono lo stesso peso economico dell’uomo”.

Molte pratiche e discriminazioni che colpiscono le donne non hanno origini religiose ma sono frutto di fattori sociali e di tradizioni. L’Islam 14 secoli fa ha concesso dei diritti alle donne come il diritto allo studio, al lavoro, all’indipendenza materiale, diritti che in Occidente sono stati concessi solo nel XIX secolo.

I precetti dell’islam sono di due categorie: una stabile e permanente: una stabile e permanente che non è soggetta a cambiamenti, l’altra è mutevole ed è permesso adeguarla a partire da basi giuridiche e teologiche previste dall’islam stesso.

Non penso che la questione della donna nell’islam sia un fatto problematico.

Nell’islam la donna è partner dell’uomo. La poligamia ad esempio è subordinata alla giustizia e non deve arrecare danno alla prima moglie. Per quanto riguarda l’eredità, lo squilibrio riguarda le divisioni tra fratelli e sorelle e non tutti gli uomini e donne.

Quando il fratello riceve il doppio dell’eredità è perché si vuole incaricare maggiormente il padre e il marito del suo mantenimento

Non ci sono conflitti a causa di differenze religiose nell’islam ma sono da ricondurre a conflitti politici, il Daesh e i movimenti radicali sono frutto di interessi esterni che sfruttano le differenze religiose per spaccare i Paesi musulmani e che solo attraverso la conoscenza vera dell’islam e dei suoi valori si possa combattere il fondamentalismo”

 

Il femminismo islamico:

 

Le donne nell’islam sono teologhe, studiose e attiviste, alcune sono imam (al femminile imamah) e guidano la preghiera nelle moschee europee e americane.

L’organizzazione Sisters in Islam di Ani Zonneveld divulga i valori di giustizia e di uguaglianza nei Paesi musulmani con una rete capillare in Tunisia, Burundi, Indonesia e si pongono domande su quale islam vogliamo che si diffonda, quello fondamentalista oppure quello inclusivo ed egualitario? In ogni caso, per la parità di genere bisogna lottare.

Il Corano contiene il principio di uguaglianza, gli ostacoli restano nella tradizione interpretativa rimasta per secoli ad appannaggio degli uomini. Le imam non ritengono accettabile la poligamia, per quanto riguarda il sesso fuori dal matrimonio ci sono posizioni differenti.

In Italia non ci sono guide religiose donne per diversi motivi: sono soddisfatte del proprio ruolo, si adeguano alla norma, si sentirebbero a disagio a prostarsi a terra davanti ad occhi maschili. Le moschee guidate da donne sono ancora meno delle imam.

 

Fonti: La Stampa, Iodonna

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