Di Leonardo Gaddini.
Dal 2014, poco dopo l'inizio dell'Euromaidan, il movimento di protesta che chiedeva le dimissioni dell'allora Presidente (filo-russo) Viktor Janukovyč e l'avvio di una stagione di riforme istituzionali per trasformare il Paese in una vera Democrazia, l'Ucraina è in guerra con la Russia per il controllo della regione del Donbas e della Crimea. Tutto iniziò tra febbraio e aprile quando la popolazione di etnia russa e sostenitrice di Janukovyč, iniziò a manifestare contro il nuovo Governo. Ben presto le manifestazioni sfociarono nella violenza fino a quando alcuni manifestanti armati presero il controllo con la forza degli uffici dell'Amministrazione Statale Regionale e di vari uffici governativi delle Oblast' (simili alle nostre regioni) di Donec'k, Luhans'k e Charkiv e della regione autonoma della Crimea proclamando la nascita di tre nuovi Stati indipendenti (con lingua ufficiale il russo): la Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk e la Repubblica di Crimea.
L'indipendenza dei primi 2 è stata poi confermata a maggio con un referendum che ha visto la vittoria plebiscitaria dei secessionisti, mentre in Crimea si tenne un referendum per l'annessione della penisola alla Russia, che ebbe lo stesso risultato. Il Governo ucraino rispose con forza inviando l'esercito per riprendere il controllo, ma lì incontrarono l'opposizione dell'esercito russo che da diversi mesi era presente in quei territori e che difese i separatisti. Così ebbe inizio la guerra russo-ucraina che va avanti ormai da ben 7 anni e che ha portato a più di 8.000 morti, nonostante la stipulazione del Protocollo di Minsk nel settembre 2014 che aveva previsto un cessate il fuoco mai realmente rispettato.
Dopo l'annessione della Crimea la Russia è intervenuta in diversi modi durante la guerra nella regione del Donbas. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America ha accusato ripetutamente la Russia di aver orchestrato i disordini in aprile in tutta l'Ucraina orientale e meridionale. La Russia ha negato queste relazioni. Mentre i disordini si intensificavano in una guerra aperta nelle Oblast' di Donec'k e Luhans'k, la Russia forniva armi, veicoli blindati, carri armati e altre attrezzature ai separatisti e un numero significativo di cittadini russi e militari hanno combattuto nella guerra come "volontari". Il reclutamento per i gruppi di insorti nel Donbas, infatti, aveva luogo apertamente nelle città russe, con l'uso di strutture private e militari.
Il coinvolgimento russo è stato definitivamente confermato nell'agosto del 2014 quando il Servizio di Sicurezza dell'Ucraina ha annunciato di aver catturato un gruppo di paracadutisti russi in attività in territorio ucraino, questo fu solo il primo dei tanti arresti di spie russe (tra cui anche ufficiali dell'esercito) avvenute in Ucraina negli anni successivi. Il 27 agosto 2014 la Russia passò dal semplice spionaggio a un vero e proprio attacco militare quando grandi quantità di attrezzature militari e truppe hanno attraversato il confine dalla Russia nel sud dell'Oblast' di Donec'k, un'area precedentemente controllata dal governo ucraino e da metà luglio la Russia aveva bombardato le unità ucraine da oltre confine. Bisogna poi aggiungere a ciò anche il grande ricorso di mercenari fatto dalla Russia per svolgere il "lavoro sporco" come: rapimenti, torture e uccisioni dei cittadini ucraini residenti in quelle zone, che si opponevano all'occupazione.
I "referendum" spesso richiamati dai filo russi come prova della volontà del popolo di separarsi dall'Ucraina, sono stati, non soltanto una farsa, ma anche totalmente illegittimi in quanto: sono stati organizzati in violazione della Costituzione Ucraina e in condizioni tali da non permettere il libero esercizio del diritto di voto da parte degli aventi diritto. Come affermato dalla Commissione di Venezia nel marzo 2014 e da altre organizzazioni dedite alla protezione dei diritti umani. È del tutto evidente che le condizioni che hanno caratterizzato l’espressione del voto in occasione del referendum, non erano tali da garantire un processo “genuino” e in grado di assicurare la libera espressione della volontà dei votanti come invece richiedono le rilevanti convenzioni internazionali in materia.
Infatti il voto è avvenuto senza che venisse concesso agli osservatori del OCSE di poter vigilare sulle modalità di svolgimento e con i soldati russi già presenti (e ben armati) sul suolo del Donbas e della Crimea. Oltre a questo poi ci sono state forti di pressioni sugli elettori per esempio la Krymskaja pravozašitnaja gruppa, un’associazione in difesa dei diritti umani, ha riportato il caso di un'ospizio statale per anziani, la cui direzione ha costretto i propri impiegati a votare sotto minaccia di licenziamento. Le autorità locali poi, avrebbero manipolato i dati finali poiché minacciate di licenziamento in caso di bassa affluenza ai seggi, mentre ad altre persone sono stati offerti: trasporto gratuito fino al seggio elettorale, buffet e prodotti a prezzi scontati, in cambio di un voto per l'indipendenza.
Quella che la Russia sta perpetrando ai danni dell'Ucraina è dunque un'invasione illegittima e sanguinosa, che ha come unico obbiettivo quello di schiacciare il Paese e costringerlo a tornare tra le grinfie della Russia per sfruttare le sue importanti risorse, come avvenuto fino al 2014. Per raggiungere quest'obbiettivo Putin è capace di tutto, da ordinare alla Gazprom di fermare la fornitura di gas al Paese in pieno inverno fino a uccidere civili innocenti (gli attacchi intimidatori contro la minoranza tatara stanno aumentando sempre di più). Negli ultimi giorni il conflitto è tornato ad acutirsi con l'arresto del console ucraino e l'invio da Mosca di diverse navi da guerra nel Mar Nero e di 40.000 soldati non al confine est dell’Ucraina, e altri 9.000 in Crimea. Oltre ai soldati, l’esercito russo starebbe accumulando artiglieria, carri armati e mezzi pesanti.
L'Occidente ha condannato questo comportamento, USA e UE hanno minacciato Putin di applicare nuove sanzioni alla Russia in caso di un nuovo attacco, mentre il Regno Unito ha inviato due navi da guerra a sostegno dell'Ucraina e la NATO si è detta pronta a intervenire in aiuto dell'Ucraina in caso di un nuovo attacco. Nonostante la tensione c'è chi minimizza il fatto sostenendo che tutto ciò serva a Putin solo per aumentare il suo consenso in vista delle elezioni legislative del prossimo autunno, ma bisogna ricordare anche che quando nel 2008 la Russia attaccò la Georgia per sostenere i separatisti dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud (situazione simile a quella di oggi), lo fece il giorno di inaugurazione delle Olimpiadi, perchè esse occupavano totalmente l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica e ciò permise alla Russia di agire indisturbata, mentre quest'anno a giugno inizieranno gli Europei di calcio...