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lunedì 5 ottobre 2020

#DonnealCentro L’incredibile storia di Taismary Aguero: dalla vittoria delle olimpiadi di pallavolo femminile alla “prigionia” a Cuba, dalla fuga per la libertà alla vita di oggi.

di Valeria Frezza


Taismary Aguero della pallavolo ne ha fatto una ragione di vita ma della libertà ne ha fatto un principio ancora più importante.
Nel giugno 2001 Tai è in Svizzera, a Montreux, per un tour europeo con la sua nazionale. Gli ultimi due anni sono stati antitetici: il primo, meraviglioso, a Perugia (così come lo era stato anche quello precedente), l’ultimo, da “reclusa”, a Cuba. Il governo non ha mantenuto la promessa che fece alle sue atlete, cioè di vincere le olimpiadi di Sidney e poi sarebbero state libere di giocare anche all’estero. Cuba vince le olimpiadi, ma non le viene concesso il permesso di uscire dalla sua terra natia. Nel capoluogo umbro la Aguero ha dimostrato di essere un fenomeno assoluto di questo sport, dentro e fuori il campo, stringe rapporti duraturi con compagne e tifosi, e due di queste amicizie saranno fondamentali nella vita di Tai: Anna Maria e Chiara.
in Svizzera, nell’albergo dove alloggia con le sue compagne di nazionale, Tai dice alle altre atlete che deve risalire in camera, invece la cubana non riapre la porta della sua camera ma prende un' uscita secondaria e ad aspettarla nel parcheggio, con il motore acceso,ci sono proprio Anna Maria e Chiara. Tai sale in macchina, si mette nei sedili posteriori, si rannicchia, si nasconde, spera. Fa finta di dormire. Sa che tra lei e l’Italia c’è una dogana. Ma alla dogana di Brogeda nessuno si accorge di lei e passa senza che vengano controllati i documenti. Dopo più di un anno torna in Italia, questa volta, però, per via della Bossi-Fini, da clandestina.
Una scelta difficile, sofferta, non senza conseguenze. Sa infatti che questa fuga, come quella medaglia olimpionica dell’estate precedente, ha due facce: una che parla di libertà, di poter girare tutto il mondo eccetto Cuba, che è l’altra faccia della medaglia; l'altra è invece un addio sofferto, alla patria, alla famiglia, a sua madre. A Cuba non potrà più rientrare. In Italia invece, la più forte giocatrice di pallavolo del mondo, durante l’estate del 2001, è una clandestina qualunque.
A risolvere questo problema ci pensa la sua amica, Anna Maria. Assumendola come cameriera e versandole i contributi fa di lei una regolare straniera nel suolo nostrano. Sarà possibile per Perugia tesserarla. Inizia così il nuovo show della cubana in giro per i palazzetti italiani. Nel capoluogo umbro la Despar vince due campionati, due Coppe Italia, una coppa Cev. Un altro livello.
Nel 2005 si sposa con il suo fisioterapista che la rende una cittadina italiana a tutti gli effetti. Nella pallavolo, al contrario del calcio, si può giocare per nazionali differenti nell’arco di una carriera. E Tai, sceglie l’Italia, dove ritrova anche il suo coach di Perugia, Massimo Barbolini.
In quell'anno l’Italia il 30 settembre diventa campione d’Europa. 



Dopo due mesi, ai campionati del mondo, arriva la sfida contro Cuba. Dopo un set in ombra a causa dell’emozione, la Aguero si sveglia. Punto su punto, senza mai esultare, porta l’Italia al successo. Ma quella partita riacutizza la voglia di tornare in patria, là dove c’è la sua famiglia, la sua mamma, che inizia ad avere problemi di salute. La sua meravigliosa Cuba, dove non è più la benvenuta


Pechino, 2010. La Aguero vola con la nazionale italiana per le olimpiadi. Il marito Alessio che invece può andare a Cuba va a controllare la salute della madre con un semplice visto da turista. Le condizioni della madre di Tai non sembrano preoccupare inizialmente, ma il 6 agosto inizia a peggiorare vistosamente di ora in ora. Così Tai fa la disperata richiesta per un visto, vuole rientrare al capezzale della madre. Prende un volo per Francoforte, aspetta li, in ambasciata, invano, per due giorni. Il visto non arriva. Sconfortata torna in Cina, pronta per scendere in campo, in delle condizioni psicofisiche al limite delle umane possibilità. Tuttavia appena scesa dall’aereo scopre che il tanto agognato visto è arrivato.
Mentre le azzurre vincono all’esordio, la Aguero è pronta per un nuovo viaggio, ancora Francoforte, poi Cuba. Poco prima di partire riceve un messaggio sul telefono, ma la batteria è scarica. Leggerà quell’sms scesa dall’aereo. È Alessio: “non tornare, tua mamma è morta”.
Dietro front a Pechino. Giocherà le olimpiadi e l’Italia, verrà eliminata ai quarti.
Quel visto, ormai concesso, lo userà giorni dopo, per tornare a Cuba, incontrare i parenti e la sua famiglia, ma non la sua amata madre. "La pallavolo per me è sempre stata la cosa più importante. Ma ora è passata al secondo posto, dopo mio figlio».
Dopo la nascita del figlio dice:
A 42 anni, in A2 Tai ha subito un infortunio molto grave: la rottura del tendine d’achille.
Recuperare da un infortunio di questa entità è un’impresa a ogni età, ma lo è doppiamente per un' atleta di 42 anni. Ma Tai è una vera combattente e tornerà a giocare quest'anno a Forlì.

Forza Tai!

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