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lunedì 27 luglio 2020
#IOvotoNO, un impegno civico.
lunedì 20 luglio 2020
#AffariEsteri - La mappa del jihadismo in Africa
L'Africa è sempre stata una base importante per il jihadismo internazionale.
Esistono più tipi di jihadismo nel Continente africano. Nella parte che va dal Corno d'Africa all'Africa occidentale è attivo Al Shabaab (che fa riferimento ad Al Qaeda), nel Maghreb ci sono i gruppi di Al Qaeda, le formazioni che hanno giurato fedeltà all'Isis e le componenti locali spesso formati da criminalità e jihad.
La primavera araba del 2011 ha sconvolto la struttura politica del Nord Africa e ha aperto le porte anche ai gruppi terroristici, per lo più affiliati al sedicente Stato Islamico guidato da Al Baghdadi e sia in Egitto che in Libia c'è stato il tentativo di ricreare un ramo dell'Isis. Questi gruppi in Egitto si erano concentrati nel deserto del Sinai e in Libia nell'area centrale di Fezzan. Ben radicata è la loro presenza nel Sahel, in Mali, in Burkina Faso e Niger.
In Nigeria è presente Boko Haram, nella Repubblica democratica del Congo è attivo il gruppo dello Stato Islamico dell'Africa centrale e in Mozambico i soldati del Califfato.
Quasi tutti i gruppi per finanziarsi fanno affidamento al rapimento degli occidentali, non sempre lo scambio è in denaro, a volte è uno scambio di prigionieri o altre forme.
I gruppi terroristici partecipano a vari traffici, per esempio Boko Haram mantiene stretti contatti con le tratte della cocaina e Al Shabaab con la pirateria. Anche il petrolio, il tabacco, le opere d'arte, i migranti sono traffici illeciti in cui il terrorismo jihadista opera.
Il Burkina Faso è divenuto un terreno di scontro tra gruppi jihadisti in competizione e la recrudescenza delle azioni terroristiche ha causato 1800 vittime nel 2019.
Un altro bersaglio delle forze jihadiste è nella provincia settentrionale di Cabo Delgado in Mozambico. La presenza jihadista nell'area è aumentata negli ultimi anni contestualmente anche agli interessi internazionali nella regione ricca di giacimenti di gas naturale che ha attirato le attenzioni soprattutto della Russia.
Il dispiegarsi delle attività terroristiche jihadiste si sta intersecando con gli effetti della pandemia globale sul continente africano e c'è il rischio che le risorse destinate alla lotta contro il terrorismo passino all'emergenza sanitaria che potrebbe anche rappresentare per il welfare jihadista (distribuzione gratuita di farmaci e dispositivi medici) una ulteriore leva di consenso oppure la strumentalizzazione dell'emergenza sanitaria come una punizione divina.
Il terrorismo non va soltanto colpito con l'intervento militare. Bisogna sottolineare che la principale risorsa che favorisce il terrorismo internazionale è la risonanza mediatica.
La propaganda che fomenta il terrore si serve delle innovazioni tecnologiche per fare arrivare messaggi di inneggiamento all'odio e istigazione a commettere attentati terroristici. Il ruolo di internet, fattori di radicalizzazione su soggetti fragili possono divenire elementi determinanti a commettere azioni violente.
La propaganda e l'ideologia, il finanziamento, il fornimento di armi, il supporto politico, ideologico e mediatico favoriscono il terrorismo, infatti il terrorista non è solo colui che porta le armi, ma anche colui che lo forma, lo sovvenziona e gli offre copertura politica e finanziaria. Ogni misura intrapresa che abbia come fine il contrasto al terrorismo non deve intaccare i pilastri su cui poggia il diritto internazionale umanitario e ogni Stato che agisce nella vita delle relazioni internazionali deve rafforzare e diversificare le soluzioni per dare una risposta forte alla propaganda terroristica.
venerdì 17 luglio 2020
#AffariEsteri - Cosa sta accadendo in Bielorussia
- Aljaksandr Lukašėnka, attuale Presidente, in carica ininterrottamente dal 1991, laureato in economia, ex imprenditore agricolo prima di diventare un membro di spicco del Partito Comunista Bielorusso, definito attualmente come l'ultimo dittatore d'Europa.
- Siarhei Cherechen, Presidente del BSDH(Assemblea SocialDemocratica Bielorussa) un Partito di centro-sinistra, SocialDemocratico e riformista.
- Hanna Kanapatskaya, candidata per il Partito di Unità Civica. Un Partito d'opposizione, Liberale e di centro-destra favorevole all' ingresso della Bielorussia nell'UE. Kanapatskaya è stata anche l'unica esponente dell' opposizione che è riuscita a essere eletta nel Parlamento nella scorsa legislatura.
- Andrey Dmitriev, Presidente del Movimento pro-Democrazia e contro la corruzione chiamato "Di la Verità!"
- Sviatlana Tsikhanouskaya, moglie del blogger Tikhanovsky, candidata per portare avanti la battaglia di suo marito a favore della libertà di parola e di stampa.
mercoledì 15 luglio 2020
#DonnealCentro - Stop violence
- il diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona (articolo 3);
- il diritto a non essere sottoposti a torture, a trattamento o a punizioni crudeli, inumani o degradanti (articolo 5);
martedì 7 luglio 2020
#IOvotoNO. Cittadini che amano l'Italia.
lunedì 6 luglio 2020
#Donnealcentro Roselyne Hamel: Jacques, fratello universale
Roselyne Hamel lega la passione di Cristo alla morte del fratello: padre Jacques Hamel, il sacerdote assassinato da due estremisti islamici mentre celebrava la messa (ucciso il 26 luglio 2016 a 85 anni nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, a Rouen in Normandia).
Roselyne ricorda di essere corsa in chiesa al momento della morte del fratello, ne ricorda il grande dolore e il vuoto lasciato ma anche i doni che sono sbocciati dal suo martirio e ne parla ai giovani e nelle scuole.
La donna ha incontrato la madre di uno dei due terroristi: “abbiamo dato una testimonianza di riconciliazione e di pace”. “Con il suo martirio mio fratello ha opposto le forze del bene che aveva fatto e che aveva nel suo cuore di sacerdote. Nella sua testimonianza c’è il male che non ha l’ultima parola, mentre il suo amore per Cristo è stato più forte ed è diventato simbolo della forza del Signore che vince”.
I jihadisti generalmente scelgono attacchi simbolici che colpiscono la Francia nei valori repubblicani di libertà, uguaglianza e fraternità, come per esempio l’attentato a Nizza il 14 luglio 2016 sulla Promenade des Anglais e gli attentati di Parigi avvenuti tra il 2015 e il 2017).
La notizia della presa in ostaggio dei fedeli in Chiesa e l’uccisione di padre Hamel fanno subito il giro del mondo e il presidente Hollande dice: “Uccidere un prete significa profanare la Repubblica che garantisce la libertà di coscienza. Significa seminare la paura; perchè quel che vogliono i terroristi è dividerci, separarci. Tutti i francesi, indipendentemente dalla loro confessione e dalle loro “convinzioni, si sentono feriti nel più profondo”.
I gruppi terroristici, per galvanizzare le masse dei giovani, hanno bisogno di sentirsi rifiutati ed esclusi dai non musulmani e cercano di suscitare reazioni di rabbia, di odio e di guerra e scontro tra religioni e civiltà.
Anche le donne sono partite dall’Europa per unirsi allo Stato Islamico (conosciuto anche come Isis) sedotte dalle loro promesse. I fattori di vulnerabilità che hanno predisposto queste donne al fascino del mondo dell’Isis riguardano motivazioni religiose-ideologiche, socio-politiche e personali, che le hanno guidate a compiere l’hijra («emigrazione»). L’Isis ha dato risposte per così dire «oggettive» a più esigenze, che sono diventate prospettive di vita. È stato acquisito come ulteriore fonte di senso per la costruzione identitaria da musulmane, accumunate dalla fragile identificazione con sistemi tradizionali.
Questa però non è la logica secondo la quale vuole reagire la chiesa che può avvalersi solo delle armi della preghiera e della fratellanza, come aveva fatto padre Hamel che aveva incontrato la comunità musulmana, la cui moschea si trovava dietro la Chiesa.
“Padre Jacques Hamel è stato sgozzato mentre celebrava il sacrificio della Croce di Cristo. Un uomo buono, mite e di fratellanza, che sempre cercava di fare la pace; dobbiamo pregare padre Jacques perchè è un martire, e i martiri sono beati” (papa Francesco). L’arcivescovo di Rouen ha aperto il processo di beatificazione ad aprile 2017.
Il breviario è conservato nella Basilica di San Bartolomeo all’isola, santuario dei nuovi martiri del XX e del XXI secolo a Roma.
Fonti: Agensir, Jan De Volder Martire vita e morte di padre Jacques Hamel, sanbartolomeo.org (sito web)