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mercoledì 6 maggio 2020

La proposta di Teresa Bellanova, il Reddito di Cittadinanza e le fake news

di Valeria Frezza

Questo articolo ha come unico scopo di fare chiarezza su temi molto discussi che vengono maggiormente strumentalizzati per fini politici o generano molte fake news per semplice disinformazione.  Ciascuno è poi libero di farsi l'opinione che vuole sui temi che indicherò.

1) la proposta di Teresa Bellanova (Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali): regolarizzare i lavoratori migranti nel settore primario. Entro il contesto della scarsità di manodopera agricola, dovuta all'emergenza Coronavirus, ma soprattutto entro la storica lotta al caporalato. I lavoratori migranti, ben 600.000, entrerebbero a tutti gli effetti nel circuito dell'economia, sia nell'ambito dell'agricoltura, sia nel settore dell'assistenza ad anziani, bambini e disabili. La regolarizzazione dei lavoratori "invisibili" consentirebbe di prevenire l'emergenza sanitaria nei ghetti e garantire manodopera nel settore primario. La carenza di manodopera comporta per il settore agricolo problemi nella raccolta, rialzo dei prezzi e scarsità di scorte di derrate alimentari. La ministra Bellanova sta portando avanti un accordo con la Romania per il reperimento di circa 370.000 lavoratori che possano, immediatamente, venire in Italia e occuparsi della raccolta di fragole e asparagi. (dal sito del partito ItaliaViva)

2) Chi sono i destinatari del Reddito di Cittadinanza?  In base al decreto legge 4/2019 che lo disciplina, il reddito di cittadinanza viene riconosciuto ai nuclei familiari in difficoltà in possesso dei seguenti requisiti: cittadinanza italiana, o di Paesi della Ue, o con permesso di soggiorno di lungo periodo. è necessaria la residenza in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo. L'Istat nel 2017 ha stimato in povertà assoluta 1.78 milioni di famiglie residenti in cui vivono 1,2 milioni di ragazzi minorenni. La soglia ai fini ISEE è di non oltrepassare la soglia di 9.360 euro. La norma include, quindi, anche coloro che vivono fuori casa che ancora non lavorano  e non si sono ancora laureati (o con contratti di collaborazione con stipendi molto bassi) con vincolo di partecipare al re-inserimento lavorativo e accettare le offerte "congrue"  (ovvero adeguate) che verranno proposte dal centro per l'impiego
(dal IlSole24ore)

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