Pagine

lunedì 25 novembre 2019

Il lato oscuro del PPE

di Leonardo Gaddini

Dal 20 al 22 Novembre si è tenuto il XXVI° congresso del Partito Popolare Europeo. I delegati provenienti da tutta Europa sono stati chiamati a eleggere: il Presidente, i 10 Vicepresidenti (tra cui è stato riconfermato l'italiano, di Forza Italia, Antonio Tajani) e il Tesoriere. I presenti hanno scelto Donald Tusk (al posto di Joseph Daul) per guidare il più grande partito paneuropeo. Per l'occasione hanno parlato i leader politici appartenenti alla grande famiglia popolare (tra i quali spicca il disastroso discorso di Silvio Berlusconi). 

Il PPE è un partito di centro-destra che si ispira agli ideali del Cristianesimo-Democratico e del Popolarismo. Le sue figure di riferimento sono: Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman. Insomma, un partito fortemente europeista (financo federalista europeo), che crede nei valori della Democrazia Liberale e nello Stato di Diritto. Stando a questa descrizione, dovrebbe essere scontato che tutti i suoi membri dovrebbero incarnare questi ideali. In realtà (purtroppo) non è così, alcuni partiti membri del PPE, infatti, non hanno niente a che fare con i valori della loro famiglia europea.

Tra questi il più famoso si trova in Ungheria, trattasi di FIDESZ (Unione Civica Ungherese). Il partito di Viktor Orban è da considerarsi come un partito di Destra-radicale, euroscettico, molto conservatore e clericale, ma lontano dagli ideali di solidarietà tipici del Popolarismo (oltre che del
Cristianesimo in senso lato). Oltre a questo FIDESZ è anche responsabile dell'istaurazione di una "Democrazia Illiberale", ovvero una democrazia dove sia la magistratura che gran parte dei media sono in mano al governo. Di tutto ciò Orban non è l'unico artefice. Infatti il Presidente è stato aiutato dal piccolo KDNP (Partito Popolare Cristiano Democratico). Un partito reazionario e nazionalista, spesso accusato di razzismo e antisemitismo, anch'esso membro del PPE. 

Oltre al caso ungherese, è da segnalare anche GERB (Cittadini per lo Sviluppo Economico della Bulgaria) di Bojko Borisov, l'attuale Presidente della Bulgaria. Anche questo Partito è stato spesso criticato per le politiche populiste e nazionaliste, dovute anche agli alleati di governo (tutti di estrema destra), sono molto frequenti anche i casi di corruzione. Un altro "parente scomodo" del PPE si ha in Slovenia e si chiama SDS (Partito Democratico Sloveno). A differenza del nome, il partito in questione non è affatto "democratico", ma anzi è considerato come un partito di Destra-radicale, sovranista ed euroscettico, la cui politica migratoria consiste nell'alzare i muri al confine (come per Orban o per un Salvini qualsiasi). 

Altri problemi per Merkel&Co. sono costituiti dai "partiti osservatori" (ovvero di Paesi non ancora entrati in UE), come: il SNS (Partito Progressista Serbo) in Serbia, il KRP (Partito Popolare Cristiano) in Norvegia e il SDA (Partito d'Azione Democratica) in Bosnia-Erzegovina e il HHK (Partito Repubblicano Armeno) in Armenia. Partiti che sono scettici per quanto riguarda l'ingresso dei loro Paesi nell'UE. Per quanto riguarda i partiti della zona balcanica (incluso HHK), sono fortemente populisti e nazionalisti.

Se si considerano, anche, i legami di alcuni partiti con alleati di estrema-destra, tra cui: Forza Italia, l'austriaco ÖVP (Partito Popolare Austriaco) e il PP (Partido Popolar) in Spagna, possiamo capire tutti i problemi che il nuovo presidente dovrà affrontare nei prossimi anni. Speriamo che Tusk, abituato da anni di lotta politica contro l'estrema destra polacca, riesca a far "luce" (e soprattutto pulizia) al lato oscuro del PPE, per fare in modo che il Partito torni al suo antico splendore. 

Nessun commento:

Posta un commento